Lettere in redazione

«Loveline», recensione troppo esplicita

Caro Direttore,ci è sembrato inopportuno nella recensione dell’articolo «Mtv, sesso in tv» (n. 36, del 9 ottobre», riportare integralmente le frasi, i discorsi e addirittura la descrizione degli spot pubblicitari. Crediamo che molti come noi avranno provato un senso di disagio leggendo le frasi dette «dall’esperto». Anche noi abbiamo seguito la trasmissione, e sinceramente la prima impressione che abbiamo avuto è stata di disgusto per la banalizzazione e la superficialità con cui vengono trattati certi temi; l’argomento predominante non è la sessualità intesa come componente della persona umana e quindi comprendente vari aspetti, come quello psicologico, sociale o affettivo, ma è preso in considerazione l’aspetto genitale ad essa legato. L’importante non è la persona nella sua interezza ma «l’oggetto» uomo o donna che deve soddisfare i propri piaceri e le proprie pulsioni anche con eccesso.

L’impostazione che è stata data alla trasmissione, ci pare voglia nascondere, sotto la scusa dell’educazione sessuale e di conoscenze anche scientifiche, un messaggio che è quello di soddisfare il proprio piacere sempre e comunque, salvo poi lasciare il proprio partner una volta appagati.

Noi crediamo che educare agli eccessi, in tutti gli ambiti, (sessuale, alimentare, ludico….) è una cosa dannosa sia per l’individuo che per la società. Eccessi comportamentali, che vengono ben individuati in quelli che la Chiesa definisce vizi, rendono l’uomo schiavo delle proprie passioni, mentre un comportamento ben equilibrato può fare di un uomo un virtuoso. In famiglia parliamo della sessualità con i nostri figli ma certamente non ne parliamo nei termini che propone il programma; anzi vorremmo proporre proprio Toscanaoggi per un dibattito serio e approfondito su questo tema fra giovani, adulti e dei veri esperti.Andrea e Gloria ZambonPrato Caro Direttore, ho letto la recensione a proposito di «Loveline», programma per i giovani dedicato al sesso, firmata da Mauro Banchini, un giornalista che stimo molto e di cui leggo sempre volentieri i pezzi. Colpevolmente non ho mai visto quella trasmissione, ma da quanto Banchini racconta il livello pare inaccettabile. Se ho ben capito c’è un signore, tale Filippo Nardi, che fa da esperto in materia per le sue esperienze personali, quindi senza una preparazione scientifica specifica; il linguaggio è molto esplicito, rapportabile a quello delle riviste goliardiche di un tempo, ma più spinto; c’è l’immancabile pubblicità, con personaggi amenamente discinti; ci sono cartoni animati i cui protagonisti sono gli organi sessuali e via di questo passo. Tutto questo non mi scandalizza, ma mi riempie di tristezza e di seria preoccupazione. Banchini dice che genitori, insegnanti, catechisti dovrebbero guardare questa roba per cogliere quale sia l’importanza della comunicazione. Non so se la televisione fatta in quel modo debba essere presa in considerazione. Certo, se la famiglia, la scuola e la parrocchia non riescono a presentare ai ragazzi in modo adeguato la grande dignità dell’amore fisico, il dono che rende uomo e donna capaci di trasmettere la vita e collaboratori di Dio nella creazione, dono da non immiserire e avvilire rendendolo estraneo alla sfera dei sentimenti veri, allora siamo di fronte ad un fallimento epocale.Lettera firmataFirenze Al di là del linguaggio, che giustamente mette a disagio. – e l’articolo lo riportava proprio per evidenziare il livello della trasmissione e lo spessore dei conduttori e degli «esperti» – quello che preoccupa è il messaggio che «Loveline», programma di sesso su Mtv, emittente giovane, veicola col pretesto di informare e educare. Si afferma di fatto che non esiste alcun’etica nella sessualità e che quel che conta è, come voi ben dite, cari amici, «soddisfare il proprio piacere, sempre e comunque». E le esperienze che si riportano e i consigli che si danno sono in piena sintonia con questa… educazione sentimentale stile «Grande Fratello»!«Loveline» è molto seguito, anche per la fascia oraria, da un pubblico giovane che ne viene certamente influenzato non foss’altro perché certi comportamenti vengono presentati come ormai largamente diffusi e quindi del tutto accettabili. Ma questo, ed altri programmi analoghi, dovrebbero spingere, le comunità educanti, famiglia, scuola, parrocchie, associazioni giovanili, a elaborare per l’oggi una seria proposta educativa all’amore e alla sessualità che sappia coniugare messaggio giusto e linguaggio adatto, nella consapevolezza che nel cammino formativo di un giovane anche l’etica sessuale è componente essenziale. Troppo spesso infatti, anche nella catechesi e nella predicazione, non si è in grado di affrontare con competenza e sensibilità queste tematiche e colpevolmente si sceglie il silenzio, lasciando così il passo al «fai da te» e a queste trasmissioni spazzatura. E le conseguenze si vedono e possono essere per alcuni anche devastanti. Riportiamo il testo della recensione di Mauro Banchini alla trasmissione, pubblicata sul n. 36 di ToscanaoggiMtv, il sesso in tvdi Mauro BanchiniPuò dispiacere, può ferire. Ma Loveline – programma di sesso su Mtv, emittente per giovani – racconta una realtà che è bene conoscere. Una puntata qualsiasi. Telefona Giulia: 24 anni, romana. Da cinque mesi «esce» con un ragazzo che dice di volerle tanto bene. «Ma quando c’è da fare sesso, non ci si arriva mai». Giulia teme ma, soprattutto, Giulia si annoia.«Non so che dire – risponde Laura, presentata come medico sessuologo e voce scientifica del programma – mi viene in mente che forse il tuo ragazzo ha una visione ideologica (!) e non vuole consumare prima del matrimonio». Camilla, graziosa conduttrice, si butta sulla pista «ideologica». Chiede a Laura se è possibile che quel ragazzo sia ancora vergine a 27 anni. Laura non lo sa, però insiste forte nel suo diritto a «fare sesso». Camilla ritiene possibile che il ragazzo voglia dare al sesso «un significato alto» o voglia fare «il romanticone» ma aggiunge subito, strizzando gli occhioni, di «simpatizzare» per una ragazza che «vuole solo fare l’amore». Parla Filippo (il bel tenebroso uscito dal Grande Fratello. Fa da esperto: non dal punto di vista della «scienza» ma da quello del… «vissuto») e sentenzia che «beh, in effetti cinque mesi di attesa sono troppi, io non ho mai aspettato più di due mesi». Laura ringrazia con un «ho già capito» destinato a non lasciare molta speranza sul futuro di questa coppia già scoppiata.

In un’ora – sponsorizzata da una marca di assorbenti e interrotta per quasi 20 minuti da spot ingozza ragazzi – passano molte situazioni, gestite da Camilla con buona efficacia comunicativa. C’è il cartoon «le avventurine di pene e vagina» dedicato a come si mette il preservativo («attenti, il pene deve essere eretto»). Ma il piatto forte sono le domande: è normale il feticismo? Come viene ricostruito l’organo genitale di un uomo diventato donna? Che deve fare una ragazza se il ragazzo le chiede di depilarsi «la patatina»?

«Chiedi a lui di depilarsi il pisellino», è la salomonica risposta dell’ottimo Filippo. Immancabili i quesiti sulla eiaculazione precoce («È normale se duro solo 10 secondi»?), sulla delusione dopo un primo rapporto non solo doloroso ma anche deludente. Una domanda punta, esplicita, sul sesso orale («tranquillo, è quasi sempre così»). Ma è l’ora del secondo blocco di spot, introdotti da una scena semi-hard. Nessuno stupore per la risposta del navigato Filippo («Io trovo eccezionale fare scorpacciate… di patatina»).C’è pure spazio per la «letteratura erotica»: ragazzi presi in strada e chiamati a leggere passi pieni di parole esplicite. Leggono, ma non mancano risatine. Legge («Scusa mamma») anche un sedicenne in studio, che alla fine lancia un commento («È più facile farlo che parlarne») capace di mettere d’accordo Camilla, Laura e Filippo. In questa società – ammettono i tre saggi – c’è troppa aggressività sessuale, troppi corpi nudi, certe cose sarebbe meglio farle in privato, perché se tutto è così in vista, poi ne soffre la fantasia. Commovente, ma due minuti dopo passa un altro esempio di corpi nudi: avvinghiati e senza un filo di cellulite. Da imitare.

Può dispiacere, può ferire: ma una fascia di giovani – compresi, con forte probabilità, papa boys o papa girls – l’educazione sessuale la riceve così. In famiglia non se ne parla, a scuola se ne parla poco, in parrocchia figuriamoci. D’altronde Loveline, pagata dal rossetto a due fasi («l’unico che resiste a una cena romantica e … non solo»), forse non è tutto da buttare.

Genitori, insegnanti, catechisti farebbero bene a guardarlo. Per criticare qualcosa, ma anche per assumerne qualche altra: esempio la efficacia nella comunicazione. E per aggiungerne ancora una, assai più grande, per giovani insicuri e in cerca di valori: la proposta, rivoluzionaria, di un amore non consumistico e ispirato alla voglia, controcorrente, di resistere nel tempo.

Sarebbe bello, in Loveline e dintorni, accanto alla sessuologa e al bel tenebroso, trovarci anche una suora, un prete, oppure – meglio –, un ragazzo o una ragazza capaci di raccontare il fascino antico di un amore che abbia voglia di durare. Almeno più di uno spot.