La lotta alla povertà rischia di fallire, mentre molti Paesi non sono in grado di soddisfare i bisogni di base dei loro abitanti. Al ritmo attuale, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio concordati a livello internazionale non saranno raggiunti entro il 2015, a meno che non intervenga un cambiamento sostanziale. E’ l’allarme che la rete internazionale Social Watch lancia nel rapporto Crisi globale. La risposta: ripartire dai diritti, presentato oggi a Roma. Il Social Watch è una rete di organizzazioni non governative e associazioni creata nel 1995 che conta membri in più di 60 Paesi. Da allora ha pubblicato 13 rapporti annuali sui progressi e le battute d’arresto nella lotta alla povertà nel mondo. Alla coalizione italiana del Social Watch aderiscono otto organizzazioni della società civile, tra cui Acli, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Mani Tese, Wwf. I dati del Social Watch smentiscono i ripetuti annunci di una povertà globale in rapida diminuzione fatti da istituzioni come la Banca Mondiale. Tramite l’Indice delle capacità di base, il rapporto analizza lo stato di salute e il livello dell’istruzione elementare di 176 Paesi. Si tratta spiegano i curatori del rapporto – di un indice alternativo per misurare la povertà, che prende in considerazione fattori direttamente legati alle capacità di base e ai diritti umani invece del reddito. Tra i Paesi solo 21 registrano progressi degni di nota, altri 55 mostrano miglioramenti lenti e ridotti, mentre 77 sono fermi. Passi indietro si registrano invece in Asia Centrale, America latina, Caraibi e persino in Europa (Georgia). Il peggioramento più consistente degli indicatori sociali, rileva il rapporto, è nei Paesi dell’Africa subsahariana. Non appena gli effetti della crisi alimentare, scoppiata nel 2006, cominceranno a esser inclusi nelle statistiche, i ricercatori del Social Watch prevedono che la situazione peggiorerà. L’andamento degli indicatori sociali ha subito in tutto il mondo un rallentamento nel corso del 2007. Di fronte alle crisi finanziaria, alimentare, energetica e climatica, il Social Watch chiede un deciso cambiamento di rotta, con la convocazione, da parte delle Nazioni Unite, di una conferenza internazionale allargata per rivedere il sistema di governo della finanza e dell’economia. Nel rapporto Social Watch c’è anche l’Italia, dove resistono elevati livelli di povertà in alcune aree geografiche e fasce sociali, con una disuguaglianza sempre più accentuata. Se da una parte si riconosce alla diplomazia italiana il merito di aver portato avanti la moratoria universale sulla pena di morte si legge -, non si può considerare un caso esemplare nelle politiche di aiuto allo sviluppo, che nel 2009 raggiungeranno il minimo storico, con una percentuale inferiore allo 0.10%.Sir