Italia

Lotta alla mafia: Impagliazzo (Sant’Egidio), aprire una «stagione costituente» per Roma

«Roma – ha detto – è ferita perché indebolita nelle sue reti sociali, nelle aggregazioni, nelle comunità. Questo accresce la solitudine e l’isolamento delle persone, le rende più fragili e spaventate. E più vulnerabili all’avanzare, più o meno visibile e prepotente, dei clan. Ma siamo qui per reagire e per cominciare a sanare queste ferite: sarebbe colpevole rassegnarci al declino di Roma».

«Le recenti inchieste hanno delineato un ‘modello umano romano’ sconfortante: volgare, rozzo, criminale, cinico; totalmente privo di responsabilità e preoccupazione per la ‘casa comune’ – ha aggiunto -, privo di ideali e completamente sottomesso alla smanie di potere e di denaro. Non è il nostro modello antropologico, né culturale. Non è quello che vorremmo continuasse a rappresentare a vario titolo la nostra città».

Dal palco di Don Bosco, Impagliazzo ha rilanciato la proposta di Andrea Riccardi per una «stagione costituente» che apra la strada ad una rinascita della città: «Occorre superare la linea di preoccupata riservatezza che si sono imposte le tante energie sane e di speranza che esistono a Roma. Da oggi è importante una risposta corale della città: all’affermazione di tanti io spaventati ed arrabbiati, dobbiamo sostituire un nuovo ‘noi’, che sa resistere e reagire al noi del malaffare e dei clan e sa costruire una nuova idea di città e di cittadinanza romana. Lo dobbiamo alla nostra città ai suoi abitanti di ieri, di oggi e di domani e lo dobbiamo al mondo per il significato specifico che ha per tutti Roma».