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L’OSSERVATORE ROMANO: CASO ENGLARO «UNA SCONFITTA PER TUTTI»

“La sentenza per Eluana Englaro — che significa, come è stato detto da autorevoli voci, l’introduzione di fatto dell’eutanasia in Italia — costituisce una sconfitta per tutti, non solo per il mondo cattolico”. E’ quanto scrive Lucetta Scaraffia sull’Osservatore Romano. “Questa volta – prosegue la storica – sembra che la voce del pensiero cattolico sia stata poco ascoltata, come se le ragioni che portava a favore della vita di Eluana non fossero abbastanza convincenti. Certo, ha giocato ancora una volta il meccanismo del caso pietoso: in questa circostanza non del dolore di Eluana — i medici giurano che non sente più niente, e che non si accorgerà di morire di fame e di sete! — ma di suo padre. Come se il padre, con la morte della figlia, cessasse di soffrire: è questo il paradosso davanti al quale, però, nessuno ha saputo obiettare”. Secondo Scaraffia, “la paura della sofferenza costituisce il movente base di tutte le decisioni sbagliate di intervento su fine vita: lo sanno bene quanti fanno propaganda per l’eutanasia prospettando un futuro senza sofferenza. Ed è proprio sulla riflessione a proposito del significato della sofferenza — che solo il cristianesimo sa affrontare — che dovremo invece ripartire per impedire che casi come questo si ripetano”. “La tradizione cattolica – fa notare Scaraffia – offre delle luci certe e chiare per decidere in queste complesse circostanze: il valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale, qualunque sia la condizione in cui è vissuta, anche se i casi da affrontare cambiano in continuazione, diventando via via più inediti e complicati”. Secondo la storica “questo è proprio il caso di Eluana: all’obiezione, condivisa da tutto il pensiero cattolico, che alimentazione e idratazione non fossero terapie né accanimento, ma solo sostegno vitale, si è risposto che si trattava di un mantenimento in vita artificiale, che ancora qualche decina di anni fa non sarebbe stato possibile”. In sostanza, “si rispondeva che la situazione di Eluana era stata provocata da un intervento della scienza. Se la scienza l’aveva ridotta in quello stato, alla scienza spettava il dovere di decidere di sospenderlo”. Tutto ciò dimostra, secondo Scaraffia, che “si tratta di un problema più complesso del solo conflitto fra vita e morte. È cioè una questione che tocca il ruolo delle tecnoscienze nella nostra vita, i limiti della medicina. La terribile sorte di Eluana, allora, è un monito per tutti, e insegna a noi cattolici che dobbiamo ancora pensare e lavorare per diffondere i nostri principi — condivisibili anche da chi cattolico non è — e calarli ogni volta nelle nuove questioni che il progresso scientifico crea”.Sir