Vita Chiesa
Loreto, il Papa ai giovani: “Non abbiate paura!”
Sono almeno 300 mila i giovani arrivati a Loreto per incontrare il Papa, all’interno del progetto triennale della Chiesa italiana, denominato Agorà dei giovani italiani. La maggior parte è arrivata in autobus, molti (40.000) in treno, qualcuno in nave, ma c’è anche chi ha raggiunto la piana di Montorso in bicicletta (come un gruppo di giovani provenienti da Caserta) o a piedi, come i 120 pellegrini partiti da Reggio Emilia. L’arrivo del Papa nelle Marche è atteso alle 17:15, quando l’elicottero proveniente da Castel Gandolfo atterrerà a Loreto (E’ possibile seguire in diretta sul web l’incontro con Benedetto XVI sul sito www.agoradeigiovani.it/). Subito dopo il primo dei due momenti cruciali della ‘due giorni’ dei giovani cattolici, la veglia di preghiera dialogata con Benedetto XVI, con domande e risposte, a partire dalle 18. Quindi la grande messa di domenica alle 9:30, che il Papa concelebrerà con 150 vescovi e ben duemila sacerdoti. A unire i due appuntamenti col Santo Padre, la “Notte dell’Agorà”, che sarà trasmessa in diretta televisiva su Rai Uno con ospiti del mondo della musica, tra cui Andrea Bocelli che canterà davanti al Papa l’Ave Maria di Schubert e ‘Dolce e’ sentiré, dalla colonna sonora di ‘Fratello Sole, Sorella Luna’. Tra misure di sicurezza di rilievo e un’organizzazione puntuale messa in piedi col sostegno della Protezione civile nazionale, i giovani accorsi sulla spianata di Montorso manderanno un appello fortissimo agli adulti, affinché abbiano più fiducia e sappiano offrire dei modelli di vita seri ai giovani stessi, come ha commentato il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi. Ecco la nostra diretta dell’evento (fonte: agenzia Sir).
DOMENICA 2 SETTEMBRE
“Cari giovani, come i 72 discepoli designati dal Signore Gesù andate con determinazione e libertà di spirito. Comunicate la pace, sostenete chi è debole, preparate i cuori alla novità di Cristo, annunciate che il Regno dei cieli è venuto. Con queste parole, al termine dell’Angelus, papa Benedetto XVI si è rivolto a 72 giovani italiani che hanno ricevuto dalle sue mani il mandato missionario, che segna l’inizio del secondo anno il cammino dell’Agorà dei giovani italiani. Il santuario lauretano ha aggiunto il Santo Padre – ci ricorda anche oggi che per accogliere pienamente la Parola della vita non basta conservare il dono ricevuto, ma occorre andare con sollecitudine per altre contrade, in altre città a comunicarlo con gioia e riconoscenza, come la giovane Maria di Nazaret.
L’esaltazione dell’umiltà appare oggi quanto mai provocatoria per la cultura e la sensibilità dell’uomo contemporaneo, ha detto Benedetto XVI, che ha evidenziato come l’umile sia percepito come un rinunciatario, uno sconfitto, uno che non ha nulla da dire al mondo. Invece, questa è la via maestra, e non solo perché l’umiltà è una grande virtù umana, ma perché, in primo luogo, rappresenta il modo di agire di Dio stesso. È la via scelta da Cristo, il mediatore della Nuova Alleanza. Il messaggio, dunque, è questo: Non seguite la via dell’orgoglio ha ammonito il Papa – bensì quella dell’umiltà. Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere. Di quanti messaggi, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione. Di qui l’invito a non aver paura di preferire le vie alternative indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune.
Non abbiate paura ha esortato Benedetto XVI – di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: i vostri coetanei, ma anche gli adulti, e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo. Quella dell’umiltà, per il Papa, non è dunque la via della rinuncia ma del coraggio. Non è l’esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell’amore sull’egoismo e della grazia sul peccato. Seguendo Cristo e imitando Maria, dobbiamo avere il coraggio dell’umiltà; dobbiamo affidarci umilmente al Signore perché solo così potremo diventare strumenti docili nelle sue mani, e gli permetteremo di fare in noi grandi cose. Dunque, l’umiltà che il Signore ci ha insegnato e che i santi hanno testimoniato, ciascuno secondo l’originalità della propria vocazione, è tutt’altro che un modo di vivere rinunciatario. Dal Papa ancora un invito a guardare Maria: Alla sua scuola, anche noi come lei possiamo fare esperienza di quel sì di Dio all’umanità da cui scaturiscono tutti i sì della nostra vita. Possiamo comprendere che la nostra fede non propone un insieme di divieti morali, ma un cammino gioioso alla luce del sì di Dio.
SABATO 1° SETTEMBRE
BENEDETTO XVI, IL PAPA VI È VICINO
A tutti vorrei giungesse questa mia parola: il Papa vi è vicino, condivide le vostre gioie e le vostre pene, soprattutto condivide le speranze più intime che sono nel vostro animo e per ciascuno chiede al Signore il dono di una vita piena e felice, una vita ricca di senso, una vita vera. Questo il messaggio che Benedetto XVI ha rivolto ai giovani, stasera, durante la veglia di preghiera nella piana di Montorso, organizzata nell’ambito dell’Agorà in corso a Loreto, diventata, per una sera, la capitale spirituale dei giovani; il centro verso cui convergono idealmente le moltitudini di giovani che popolano i cinque Continenti. A tutti i giovani il Papa suggerisce di adottare l’atteggiamento interiore e l’abbandono fiducioso di quella giovane donna, che oltre duemila anni fa disse il suo sì al Padre che la sceglieva per essere la Madre del Figlio suo. Il Padre ha detto il Papa – la scelse perché docile e obbediente alla sua volontà. Come lei, come la piccola Maria, ognuno di voi, cari giovani amici, dica con fede a Dio: Eccomi, avvenga di me quello che hai detto.
Purtroppo oggi, non di rado, un’esistenza piena e felice ha detto il Papa – viene vista da molti giovani come un sogno difficile, e qualche volta quasi irrealizzabile. Tanti vostri coetanei guardano al futuro con apprensione e si pongono non pochi interrogativi. Ma Benedetto XVI ha una parola di conforto per tutti: Con amore e convinzione ripeto a voi, giovani qui presenti, e attraverso di voi, ai vostri coetanei del mondo intero: Non abbiate timore, Cristo può colmare le aspirazioni più intime del vostro cuore!. Dunque, ciascuno di voi se resta unito a Cristo, può compiere grandi cose. Ecco perché, cari amici, non dovete aver paura di sognare ad occhi aperti grandi progetti di bene e non dovete lasciarvi scoraggiare dalle difficoltà. Cristo ha fiducia in voi e desidera che possiate realizzare ogni vostro più nobile ed alto sogno di autentica felicità. Niente è impossibile per chi si fida di Dio e si affida a Lui. Perciò, il Papa invita a guardare a Maria cui l’Angelo prospettò qualcosa di veramente inconcepibile: Mi chiedo e vi domando: le richieste che Dio ci rivolge, per quanto impegnative possano sembrarci, potranno mai uguagliare ciò che fu domandato da Dio alla giovane Maria? Cari ragazzi e ragazze, impariamo da Maria a dire il nostro sì, perché lei sa veramente che cosa significhi rispondere generosamente alle richieste del Signore.
Seguendo Maria docilmente, ha detto il Papa, scoprirete la bellezza dell’amore, non però di un amore usa-e-getta, passeggero e ingannevole, prigioniero di una mentalità egoista e materialista, ma dell’amore vero e profondo. Nel più intimo del cuore ogni giovane, ha sottolineato tra gli applausi dei presenti, coltiva il sogno di un amore che dia senso pieno al proprio avvenire. Per molti questo trova compimento nella scelta del matrimonio e nella formazione di una famiglia dove l’amore tra un uomo e una donna sia vissuto come dono reciproco e fedele, come dono definitivo, suggellato dal sì pronunciato davanti a Dio nel giorno del matrimonio, un sì per tutta l’esistenza. So bene ha aggiunto – che questo sogno è oggi sempre meno facile da realizzare. Attorno a noi quanti fallimenti dell’amore! Quante coppie chinano la testa, si arrendono e si separano! Quante famiglie vanno in frantumi! Quanti ragazzi, anche tra voi, hanno visto la separazione e il divorzio dei loro genitori! A chi si trova in così delicate e complesse situazioni vorrei dire questa sera: la Madre di Dio, la comunità dei credenti, il Papa vi sono accanto e pregano perché la crisi che segna le famiglie del nostro tempo non diventi un fallimento irreversibile. Anzi, possano le famiglie cristiane, con il sostegno della Grazia divina, mantenersi fedeli a quel solenne impegno d’amore assunto con gioia il giorno del matrimonio.
Di fronte a tanti fallimenti di amici e parenti nasce, ha osservato Benedetto XVI, un umano timore che può bloccare anche gli spiriti più coraggiosi, ma Maria ripete a ciascuno le parole dell’Angelo: Non temete! Non abbiate paura! Lo Spirito Santo è con voi e non vi abbandona mai. A chi confida in Dio nulla è impossibile. Ciò vale per chi è destinato alla vita matrimoniale e ancor più per coloro ai quali Iddio propone una vita di totale distacco dai beni della terra per essere a tempo pieno dediti al suo Regno. Di qui un pensiero ai sacerdoti, alle religiose e ai laici missionari caduti sulla trincea dell’amore al servizio del Vangelo e a padre Giancarlo Bossi, per il quale abbiamo pregato durante il periodo del suo sequestro nelle Filippine, presente oggi a Loreto. In lui ha detto il Papa – vorrei salutare e ringraziare tutti coloro che spendono la loro esistenza per Cristo sulle frontiere dell’evangelizzazione. Cari giovani, se il Signore vi chiama a vivere più intimamente al suo servizio, rispondete generosamente. Siatene certi: la vita dedicata a Dio non è mai spesa invano. Infine, un abbraccio con cuore di padre a ogni giovane, i saluti ai vescovi presenti a cominciare da mons. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e mons. Gianni Danzi, arcivescovo di Loreto.