Come in Giochi senza Frontiere. La squadra che al termine di una serie di giochi ottiene il punteggio più alto, vince. Trentatreesima edizione per i «Giochi dei Rioni» a Levane. La graduatoria parziale viene aggiornata nel tabellone a lato dell’ingresso della parrocchia di San Martino. Un grazie da tutto il paese a don Angelo Sabatini, l’animatore di questi giochi che coinvolgono ben 130 ragazzi iscritti, fino alla terza media, trascinando talora nelle gare anche i genitori.Numerosi gli extracomunitari che si integrano grazie alla competizione con gli altri. 116 sono anche i ragazzi iscritti ai laboratori di lavoro della scuola Francesco Mochi di Levane che si svolgono fino al 29 luglio. C’è chi ritorna dalle vacanze e chi le posticipa ad agosto proprio per partecipare ai «Giochi dei Rioni». A luglio sono sospesi i campi estivi parrocchiali alla Cornia. Ed anche la scuola approfitta di questa disponibilità.Don Angelo Sabatini non dimostra i suoi 72 anni, venti di meno quando arbitra. Di ritorno dal Brasile come missionario nel 1977, don Angelo diede subito il via ai Giochi. Non era nuovo ad imprese del genere. Aveva già fondato nella parrocchia dell’Orciolaia, alla periferia di Arezzo, anche le «Olimpiadi aretine» che coinvolgevano tutti i ragazzi delle parrocchie. Esperienza che non è stata ripetuta alla sua partenza per Levane e che prefigurava l’attuale gioco dei rioni valdarnese.Come nel Medioevo, i quattro rioni di Levane, Levane Alta con la bandiera gialla, Santa Maria con la bandiera verde, La Querce con la bandiera azzurra, l’Acquaborra con la bandiera rossa, si incontrano e si scontrano in territorio neutro: l’oratorio della parrocchia di San Martino a Levane. Lì si svolgono anche gli altri giochi: tiro alla fune, corsa podistica, caccia al tesoro, corsa dei sacchi, ping pong. di Luca Tognaccini