Vita Chiesa

LONDRA, BENEDETTO XVI AGLI ANGLICANI: PROFONDA AMICIZIA E PROGRESSO NEL DIALOGO

L’amicizia tra cattolici e anglicani è stata al centro, oggi, della visita di Benedetto XVI all’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, a Lambeth palace (Londra). “Non è mia intenzione parlare oggi delle difficoltà che il cammino ecumenico ha incontrato e continua ad incontrare. Tali difficoltà sono ben note – ha detto il Papa a Williams – vorrei piuttosto rendere grazie per la profonda amicizia che è cresciuta fra noi e per il ragguardevole progresso fatto in moltissime aree del dialogo in questi 40 anni trascorsi da quando la Commissione internazionale anglo-cattolica ha cominciato i propri lavori. Affidiamo i frutti di quelle fatiche al Signore, fiduciosi che egli benedirà la nostra amicizia mediante un’ulteriore significativa crescita”. Il Papa ha, poi, parlato del mutato contesto nel quale ha luogo il dialogo fra anglicani e cattolici, evolutosi “in maniera impressionante” dall’incontro privato fra Giovanni XXIII e l’arcivescovo Geoffrey Fisher nel 1960, evidenziando come “da una parte la cultura che ci circonda si sviluppa in modo sempre più distante dalle sue radici cristiane, nonostante una profonda e diffusa fame di nutrimento spirituale. Dall’altra, la crescente dimensione multiculturale della società, particolarmente accentuata in questo Paese, reca con sé l’opportunità di incontrare altre religioni”.Ciò apre la possibilità per i cristiani di “esplorare, assieme ai membri di altre tradizioni religiose, delle vie per rendere testimonianza della dimensione trascendente della persona umana e della chiamata universale alla santità, conducendoci a praticare la virtù nella nostra vita personale e sociale. La collaborazione ecumenica in tale ambito rimane essenziale, e porterà sicuramente frutti nel promuovere la pace e l’armonia in un mondo che così spesso sembra a rischio di frammentazione”. Per Benedetto XVI i cristiani non devono “mai esitare di proclamare la fede nell’unicità della salvezza guadagnata da Cristo. Fedeli alla volontà del Signore riconosciamo che la Chiesa è chiamata ad essere inclusiva, ma mai a scapito della verità cristiana” come testimoniato da John Henry Newman, che sarà beatificato domenica. “Newman – ha concluso Benedetto XVI – ci può insegnare le virtù che l’ecumenismo esige: da una parte egli fu mosso dal seguire la propria coscienza, anche con un pesante costo personale; dall’altra, il calore della continua amicizia con i suoi precedenti colleghi, lo portò a sondare insieme a loro, con vero spirito irenico, le questioni sulle quali divergevano, mosso da una ricerca profonda dell’unità nella fede”. (Sir)