Arezzo - Cortona - Sansepolcro
L’omaggio della Valtiberina alla Madonna del Carmine
Sabato 27 maggio
11 Luglio 1536: nel luogo detto Combarbio, presso il fosso delle Vetrici, sotto la Calla, avvenne la prima di una serie di apparizioni della Madonna, ad una fanciulla di anni 12, Marietta, figlia di un pastore del luogo, tale Gambino Del Mazza. Le apparizioni continuarono nei giorni successivi per circa tre mesi; a seguito di tali prodigi crebbe lo stupore e la partecipazione di popolo al punto che le autorità religiose e civili, dopo un esame appropriato con l’intervento di esperti, ammisero la veridicità delle apparizioni e favorirono le manifestazioni popolari di fede. La Madonna chiese, tramite la pastorella, di erigere un tempio in Suo onore e di essere rappresentata con una tavola esistente presso l’abitazione anghiarese di ser Mariotto Ciaperini, già magistrato dell’abbondanza a Firenze. Un documento dell’epoca, esistente presso l’archivio Capitolare di Arezzo, elenca decine di miracoli. Il Vescovo di Arezzo, monsignor Minerbetti, riconobbe riconosce la straordinarietà dell’evento e autorizzò la comunità di Anghiari a raccogliere elemosine per l’erezione di un santuario-memoriale.
11 Luglio 1537: nel primo anniversario dell’apparizione al Combarbio, furono presenti circa 20mila pellegrini. La comunità di Anghiari istituì «L’Opera della Madonna del Combarbio» per l’erezione della chiesa. Eseguì il progetto l’ingegnere granducale Giovan Battista Camerini.
18 Ottobre 1540: su invito della comunità di Anghiari, s’insediò al Combarbio la famiglia dei Padri Minori Osservanti della Verna poiché era già terminata la costruzione della chiesa e di gran parte del convento annesso.
4 Giugno 1545: i Francescani della Verna lasciarono il Combarbio, forse a seguito delle troppe offerte prodotte dai fedeli che contrastavano con il loro voto di povertà.
15 Giugno 1548: la Comunità di Anghiari ammise alla direzione del Santuario i frati Carmelitani della provincia di Mantova; essi vi rimasero per ben 234 anni, fino al 1782. Fu in questo periodo che il Santuario mutò il nome di Combarbio in quello di Carmine. Si costituì, per lo zelo dei Carmelitani, un’unione detta della Madonna del Carmine i cui confratelli traevano vantaggi spirituali dalle molte indulgenze concesse da diversi Pontefici.
1 maggio 1552: monsignor Filicori, Vescovo di Città di Castello, consacrò il Santuario delle apparizioni che venne completato in un unico slancio durato 16 anni. L’immagine della Madonna venne posta sopra l’altare maggiore e il luogo del castagno dove avvenivano le apparizioni fu segnato con un recinto per la devozione popolare.
1571: una bolla di Papa Pio V invitava i popoli della Valtiberina a visitare e pregare la Madre di Dio presso il Combarbio.
1782: a seguito della soppressione dei conventi, decretata dal granduca Pietro Leopoldo, i Carmelitani lasciarono il Santuario ed i beni furono assunti dal convento di Santa Maria Maggiore a Firenze. Fu allora che la comunità di Anghiari si rivalse e, nel 1803, consegnò il Santuario agli Eremiti Camaldolesi. Essi vi rimasero 8 anni e lasciarono il Santuario a seguito delle soppressioni napoleoniche nel 1812.
1812: il Carmine fu annesso, come cappellania, alla Pieve di Micciano il cui pievano «pro tempore» ebbe l’onere di reggere il prestigioso Santuario. Con alterne vicende la sua opera fu affiancata dalla costituzione di una Pia Unione della Madonna del Carmine che nel 1946 aveva raggiunto un’adesione di oltre 4mila associati.
1987: il Vescovo monsignor Giovanni D’Ascenzi eresse il Carmine a Santuario della Valtiberina e il 4 giugno dello stesso anno, con apposito decreto, nomininò don Giovanni De Robertis delegato vescovile. Nel 1992 gli è succeduto don Marco Salvi che ha ricostituito in questi anni la Società dello Scapolare che conta oltre ottocento persone che hanno ricevuto l’abitino mariano (lo scapolare) impegnandosi a vivere una vita di fede conforme a come l’ha vissuta Maria.