Arezzo è tornata a inginocchiarsi davanti alla Madonna del Conforto. E ancora una volta la piccola terracotta custodita nella cattedrale si è illuminata della luce di migliaia di candele accese ai piedi dell’immagine e ha illuminato l’intera città che è sfilata in duomo per rendere omaggio a Maria. Oggi, come due secoli fa, Arezzo insieme all’intera diocesi si è affidata alla protezione materna della Vergine «per ridare alla nostra vita terremotata una solida base», ha ripetuto il Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Gualtiero Bassetti, nella celebrazione solenne delle 18 che ha presieduto, riferendosi al messaggio inviato alla vigilia della festa della Madonna del Conforto. In sessantamila sono entrati nel duomo, hanno scritto i giornali locali. Se la cifra corrisponda o meno alla realtà, lo sa solo il cielo. Qui sulla terra, comunque, si sono visti i mille volti di una terra come quella di Arezzo, in cui restano forti le radici cristiane, mettersi in preghiera di fronte alla «sua» Vergine, senza distinzioni di età, di appartenenza sociale e persino di etnia (come hanno dimostrato gli immigrati – e non solo quelli di fede cristiana – che hanno voluto salutare la Madonna). Ecco il «miracolo» che si ripete ogni anno il 15 febbraio e che, come ha detto il Vescovo di Grosseto, l’aretino monsignor Franco Agostinelli, fa tornare in città chi l’ha lasciata. Lui ci ha fatto tappa insieme al Vescovo emerito di Verona, monsignor Flavio Roberto Carraro, al Vescovo di Fiesole, monsignor Luciano Giovannetti, e al Vescovo emerito di Volterra, monsignor Vasco Bertelli. Un ringraziamento al Capitolo della cattedrale, ai volontari e agli scout che hanno vigilato sul pellegrinaggio di migliaia di persone.G.G.