Opinioni & Commenti
Lo straniero che irrompe nel nostro quotidiano
Un movimento carico di nuovi problemi nell’incontro tra popoli e culture diverse, che tuttavia faticosamente tende, nei tempi lunghi, verso unificazione dei popoli secondo il progetto di Dio, anche se il più delle volte le scelte non sono libere, ma dettate dalla fuga della fame, dalla violenza, dalla mancanza di lavoro o anche dai conflitti e persecuzioni, provocate quindi da cause di «espulsione» dalle loro terre. Più contenuti invece i casi in cui prevalgono i fattori di «attrazione» verso paradisi che non esistono in nessuna parte del globo. Un giovane vietnamita che era stato 5 anni qui da noi e poi si era ricongiunto con i suoi genitori approdati negli Stati Uniti, qualche anno fa in una telefonata da San Francisco mi riferiva che «l’America era in Italia».
La Chiesa italiana celebra in questa giornata un impegno che ha assunto fin dal 1914 quando Pio X ha indetto questa celebrazione allora più rivolta al fenomeno dell’emigrazione. Il nostro, da paese di emigrazione, è diventato paese di immigrazione. E le Chiese particolari della nostra regione si sentono fortemente impegnate su questo fronte nel sensibilizzare le nostre comunità cristiane. In primo luogo sono impegnate le nostre parrocchie, ultima localizzazione della Chiesa.
Un richiamo esplicito lo troviamo nella pubblicazione autorizzata dal Papa dell’ultimo documento del Pontificio Consiglio per i migranti e itineranti, «Erga migrantes caritas Christi», il quale afferma: «Lo straniero è il messaggero di Dio, che sorprende e rompe la regolarità e la logica della vita quotidiana, portando vicino chi è lontano. Negli stranieri la Chiesa vede Cristo che mette la sua tenda in mezzo a noi. Questo incontro – fatto di attenzione, accoglienza, condivisione e solidarietà, di tutela dei diritti dei migranti e di impegno di evangelizzazione – riceve la costante sollecitudine della Chiesa che scopre in loro autentici valori e li considera una grande risorsa umana».
Si tenga conto che in questa giornata nazionale, fin dal 1914 e successive riconferme pontificie, a tutte le nostre parrocchie è richiesto l’impegno della «colletta obbligatoria» a sostegno dell’attività pastorale che la Migrantes svolge a favore di tutti il mondo della mobilità umana, fratelli bisognosi di nostra attiva carità, di sensibilità e attenzione pastorale, specialmente verso i nostri fratelli di fede cristiana, sebbene quest’opera di amore fraterno si orienta verso ogni uomo che si trova nel bisogno.
Opportuno il richiamo anche al tema di questa giornata: «Il mondo come una casa: dalla diffidenza all’accoglienza». In realtà «sono molte le civiltà che si sono sviluppate e arricchite proprio per gli apporti dati dall’immigrazione talvolta le diversità non si sono integrate, ma hanno mostrato la capacità di convivere, attraverso una prassi di rispetto reciproco delle persone e di accettazione o tolleranza dei differenti costumi» (Giovanni Paolo II). Il dono dell’accoglienza, che va oltre ogni conflittualità, è la realtà nuova che i cristiani cattolici mostrano al mondo come novità da immettere nella storia, a volte drammatica, dell’incontro conviviale dei popoli obbligati alla mobilità sulla scena degli attuali contesti religiosi, sociali e politici.
I focolari del dialogo e i focolai della violenza
Istruzione «Erga Migrantes caritas Christi»
Messaggio del Papa per la giornata dei migranti 2004
Migrantes, messaggio giornata 2004
La difficile vita degli immigrati nell’era della «Bossi-Fini»
Immigrati, in un anno 57 in Toscana
BOSSI-FINI: MIOLI (MIGRANTES CEI): NON CI SONO PARTICOLARI NOVITÀ; NORME CHE NON TROVANO CONSENSO
IMMIGRAZIONE: LE PROPOSTE DI CARITAS, ACLI E MIGRANTES AL MINISTRO PISANU