Livorno

Lo Stato non sostiene il matrimonio

L’Associazione giuristi cattolici a Livorno, che lei presiede, ha ripreso energia nell’ultimo anno. Quanti siete e come state portando avanti questo vostro impegno?«L’Associazione era presente a Livorno negli anni ’70/80 ed era guidata dal giudice Monarca che molti ricorderanno. Personalmente ho conosciuto l’Associazione quando, lavorando per alcuni anni a Montecatini,  ho fatto amicizia con il professor Lorenzo Franchini che la presiedeva al Tribunale di Pistoia e così, tornando a Livorno, ho pensato di ricostituire l’Associazione. A Livorno abbiamo contattato alcuni vecchi soci come il giudice De Carlo e l’avvocato Luparini e poi abbiamo chiamato alcuni avvocati, anche giovani ed altri per iniziare a lavorare. L’Associazione segue una serie di attività che vengono proposte dal direttivo nazionale e dalle singole associazioni (finora ad esempio quelle organizzate su Pisa), adesso però, con il convegno del 17 Maggio, in collaborazione con la Diocesi abbiamo l’opportunità di farci maggiormente conoscere come Associazione anche a livello cittadino». Lei è notaio, cosa significa essere cattolico in una professione come la sua? In che modo vive la sua fede nel lavoro?«Fortunatamente la professione di notaio non pone problemi particolari di astensioni, di coscienza, perché noi lavoriamo soprattutto su accordi tra persone che riguardano diritti di proprietà, ecc, insomma atti, già decisi e preconfezionati,  però indubbiamente un approccio cattolico alle cose c’è come in tutto ciò che ci circonda. In particolare in questo momento di crisi economica, essendo noi oltre che professionisti anche responsabili di imposta, dobbiamo cercare quando possibile di andare incontro alle esigenze delle persone che spesso si trovano in difficoltà a pagare». Da due anni il progetto culturale della diocesi offre momenti di approfondimenti su vari temi, tra cui quelli giuridici con un convegno annuale. Lo scorso anno la riflessione è stata incentrata sul senso del matrimonio civile ed anche quest’anno il prossimo  17 maggio ci sarà un evento dedicato ancora a questo tema. Quale sarà il punto di vista che verrà affrontato quest’anno? «Il senso del matrimonio oggi è il tema che verrà affrontato anche quest’anno perché effettivamente il diritto statale sembra aver abbandonato questa istituzione. Nella professione spesso vediamo come persone sposate ricorrano a separazioni fittizie per sopravvivere, perché non si riesce ad ottenere facilitazioni per chi vive il matrimonio e la tassazione sulla famiglia è più pesante che non sul singolo individuo. Sembra quasi che lo Stato induca a questi comportamenti anomali perché non si fa garante per chi vive l’istituzione del matrimonio.Sembriamo quasi tornati ad una situazione quasi seicentesca in cui il matrimonio resta un fatto religioso tra i coniugi e lo Stato di fatto si disinteressa completamente degli sposi, se non quando il matrimonio si scioglie, con la regolamentazione della separazione e del divorzio.  Per questo prima di qualsiasi riforma che si annuncia, su unioni civili, coppie omosessuali, coppie di fatto e tutto il resto, riteniamo necessario che si faccia una politica reale per la famiglia come prescrive la Costituzione!Il 17 Maggio sarà con noi il professor Dalla Torre che oltre ad essere eminente professore universitario alla Lumsa di Roma è stato presidente dei Giuristi Cattolici, ed è consulente del Tribunale Vaticano. Egli, partendo dalla legge francese appena approvata sulle unioni farà un excursus sul significato del matrimonio oggi».