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LIVORNO, CONVEGNO DEL PROGETTO CULTURALE: «MATRIMONIO E CONVIVENZA, CAMBIARE LA LEGGE?»

Rinnovare il matrimonio per sostenere il valore sociale della famiglia, è quanto si propone a Livorno con un convegno giuridico promosso dal Progetto Culturale diocesano per venerdì 11 maggio, nel salone del Vescovado di Livorno, sul tema «Matrimonio, un cantiere aperto». Per sviluppare questa riflessione è previsto l’intervento di due docenti dell’Università di Pisa, la professoressa Francesco Giardina, ordinario di diritto privato, e il professor Pierluigi Consorti, titolare della cattedra di diritto ecclesiastico. Coordinerà gli interventi il giudice Ugo De Carlo.I padri costituenti, nel momento in cui si trattava di ricostruire un Paese partendo dalle sue istituzioni fondamentali, si trovarono d’accordo nell’individuare la famiglia fondata sul matrimonio come una delle colonne portanti del modello di società a cui si doveva mirare. Una scelta che, a distanza di oltre sessanta anni, continua ad avere un rilievo enorme per la società italiana. In questi decenni l’istituto giuridico del matrimonio è stato spesso messo in discussione e, di fatto, ha perso rilevanza a favore di forme di convivenza non istituzionalizzata alle quali sono state spesso attribuiti diritti simili a quelli di cui godono le coppie sposate. Ma sul piano dei doveri non si è fatto lo stesso percorso arrivando, in certi casi, a creare delle situazioni paradossali ma non rare, in cui la coppia sposata risulta sfavorita rispetto a quella convivente: il caso esemplare è quello del modello Isee in base al quale viene individuato il diritto ad accedere a servizi pubblici gratuitamente o a tariffa agevolata per il quale l’essere sposati risulta penalizzante rispetto a chi non lo è.Partendo da questa riflessione e dalla crisi del matrimonio civile a cui si preferisce sempre più la convivenza di fatto, la diocesi livornese intende avviare una ricerca che arrivi a verificare se possano essere disciplinate forme di manifestazione del consenso matrimoniale diverse da quella prevista attualmente dalla legge. Se una coppia convive per un certo periodo di tempo in cosa differisce di fatto il suo legame da quello di un’altra che ha manifestato solennemente il suo consenso davanti a un pubblico ufficiale? La questione diventa particolarmente rilevante quando si tratta di tutelare la parte debole della coppia; nel caso di coppie conviventi di fatto, il soggetto debole, in caso di rottura del legame, infatti non può far valere i propri diritti. Si rischia così che si creino situazioni di grave difficoltà con conseguenze molto negative anche per i figli nati da questa relazione. (Nicola Sangiacomo)