Italia
LIVORNO: attacco alla roccaforte rossa
di Nicola Sangiacomo
Si sono candidati in nove per la poltrona di sindaco di Livorno: alcuni si appoggiano ai partiti tradizionali, altri sono espressione di liste civiche o realtà politiche locali. Tanti candidati sono sicuramente una novità in una città che, viene considerata, anche a livello nazionale, una fortezza della sinistra, una delle poche dove anche nelle elezioni politiche dello scorso anno il partito democratico ha ottenuto, con il 55% dei voti, la maggioranza assoluta. Con questi numeri, anche in un periodo di crisi profonda per la sinistra, sembrerebbe scontato l’esito delle prossime elezioni a favore dell’attuale sindaco Alessandro Cosimi, sostenuto oltre che dal Pd, anche dall’Idv e da altre liste locali: Ma così scontato non è, almeno al primo turno, proprio perché, tra gli altri otto concorrenti, ve ne sono alcuni che potrebbero andare a raccogliere consensi nel tradizionale elettorato di sinistra. Uno su tutti, l’ex sindaco (per tre legislature) Gianfranco Lamberti, medico ospedaliero come Cosimi, e suo predecessore a Palazzo Comunale. Una spina nel fianco del Partito democratico che lo considera un alleato di fatto, anche se non dichiarato, del candidato del Pdl e della Lega, Marco Taradash, livornese di nascita, già esponente radicale a livello nazionale, che è arrivato a Livorno con lo scopo ambizioso di mettere in crisi una supremazia politica della sinistra che dura dal dopoguerra.
Con le premesse numeriche delle elezioni degli ultimi 60 anni, è evidente che, qualora il candidato del centrodestra riuscisse a portare l’attuale sindaco al ballottaggio, l’evento probabilmente sarebbe considerato storico, forse anche a livello nazionale. Nell’elettorato tradizionalmente di sinistra potrebbe andare a mietere voti anche Marco Cannito, altro candidato sindaco, sostenuto da una lista civica Città diversa, dai Verdi e da Sinistra Critica. Ma all’interno della sinistra c’è certamente ancora una parte dell’elettorato livornese che fa riferimento alle idee tradizionali del comunismo, che farà confluire i suoi voti sul candidato Tiziana Bartimmo, sostenuta da Rc e Pdci. L’Udc presenta un proprio candidato sindaco, Sergio Bertini, mentre altre liste locali presentano come candidati Patrizio Rossi (Identità e territorio), Bruno Lo Porto (Tutti insieme per Livorno) e Natalina Vadalà (ModerAzione).
Sono otto invece i candidati a presidente della Provincia ma qui i giochi sembrano più semplici, visto che al Presidente uscente della Provincia, Giorgio Kutufà, espressione del Pd, il Pdl contrappone la giovane Costanza Vaccaro, fino a poche settimane fa segretaria provinciale dell’Udc. Se è vero che nel territorio della provincia, che comprende anche l’Isola d’Elba, i numeri non così nettamente a favore della sinistra, è anche altrettanto evidente che non ci sono candidature forti che possano attingere a piene mani al bacino di voti dell’attuale maggioranza locale. Gli altri candidati sono Michele Mazzola (Prc Pdci), Giangiacomo Panessa (Identità e territorio e Cristiani Liberali), Romeo Chierchia (ModerAzione Popolare), Marco Mazza ( Partito comunista dei lavoratori), Rosalba Volpi (Sinistra critica) e Marco Landi (Udc).
Il Vescovo di Livorno, monsignor Giusti, nella giorno della festa di santa Giulia, patrona della città, ha rivolto a tutti coloro che si sono candidati alle prossime elezioni, un appello alla «coerenza nell’impegno, un valore che vale per tutti, credenti e non credenti. E a maggiore ragione per chi si occupa del bene comune»; e a coloro che, in particolare, si sono candidati per guidare le amministrazioni locali ha ricordato che «quello che hanno deciso di assumersi è un impegno totale, pieno e gratuito, rivolto al bene comune e non solo a quello dei loro sostenitori; in ultima analisi ha concluso un impegno d’amore».