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L’Italia e la Champions: aggrappati alla Juve

Cominciamo subito col dire che abbiamo portato alla fase finale di Champions ben sei allenatori italiani: ai tecnici di Milan, Allegri, e Juve, Conte (sorvegliato speciale per via della squalifica), si aggiungono Manchester City con Mancini, Psg con Ancelotti, Zenit con Spalletti e il fresco vincitore dell’ultimo trionfo, Di Matteo del Chelsea. Le belle notizie però finiscono qui, nel senso che Juve e Milan quest’anno sono più che mai sole contro tutte a lottare disperatamente per mantenere un minimo di blasone per i nostri colori e soprattutto limitare i danni di quel famigerato ranking che stabilisce il numero di squadre partecipanti, evaporate per noi da 4 a 3 e ulteriormente ridotte nella fase finale dopo l’eliminazione nel turno agostano dell’Udinese ad opera dei portoghesi dello Sporting Braga.I primi risultati dei gironi hanno subito evidenziato le contraddizioni di un Milan che non è riuscito ad andare al di là del pareggio a reti bianche contro l’Anderlecht, confermando quel digiuno di gol a San Siro che tra campionato e coppa si ripete ormai da 270 minuti. La guerra al caro-ingaggi ha portato a un traumatico smantellamento dell’organico rossonero, che da Ibra a Thiago Silva, da Seedorf a Nesta ha perso quasi tutti i suoi pezzi più pregiati, rimpiazzati con figure di secondo piano, poche delle quali avrebbero trovato spazio persino in panchina durante gli anni ruggenti dell’epopea berlusconiana. Difficile pensare oggi che la società di via Turati, vera nobile italiana in Europa con le sue 7 Champions in bacheca, possa quest’anno andare oltre il girone eliminatorio, anche se prima o poi si doveva ripartire da una formazione giovane, con magari qualche talento che sboccerà in futuro: il problema è che il calcio non aspetta e ora alcuni errori societari stanno fatalmente ricadendo sulla testa di mister Allegri, fortemente in bilico dopo questo inizio balbettante di stagione.Di tutt’altro spessore il pareggio rimediato dalla Juventus in casa dei d etentori del Chelsea: i bianconeri hanno superato brillantemente l’esame d’inglese rimontando una gara che si era fatta difficilissima dopo l’1-2 messo a segno dall’astro nascente brasiliano Oscar. Ma l’impianto di gioco juventino, il coraggio dei suoi interpreti impersonato da un indomito Vidal, andato a segno nonostante stesse ancora zoppicando per un infortunio, hanno permesso la rimonta coronata dal gol riscatto di un Quagliarella fin qui un po’ troppo trascurato dal duo Conte-Carrera.Se la squadra manterrà queste premesse, sulla carta solo Barcellona e Real Madrid sembrano superiori ai bianconeri, ma, si sa, in Champions non sempre vincono i favoriti, come hanno dimostrato nell’edizione scorsa i blues di Di Matteo, capaci di sovvertire i pronostici prima in semifinale con i blaugrana del fenomeno Messi e poi in finale con i tedeschi del Bayern. I prossimi turni ci diranno se davvero potremo, aggrappandoci alla Juve e magari all’orgoglio rossonero di coppa, covare quest’anno qualche ambizione nel massimo trofeo continentale.