Cultura & Società

L’Istituto della Resistenza compie 50 anni

di Ennio CicaliRaccogliere e valorizzare le storie dei movimenti, ma anche delle donne e degli uomini, questo lo scopo dell’Istituto storico della resistenza in Toscana. Nato nel 1954 per volontà concorde delle forze politico-culturali che avevano fatto parte del Comitato toscano di liberazione nazionale (Ctln) e delle varie realtà presenti nel paese. Era un momento di forte contrapposizione tra i partiti, ma la nascita dell’Istituto fu voluta da tutti: dai cattolici ai comunisti, ai socialisti, ai liberali, agli azionisti, non più partito ma che mantenevano alti gli ideali della lotta di liberazione. Scopo della nuova istituzione era quello di ricevere e custodire la documentazione della lotta antifascista, ordinarla e metterla a disposizione del pubblico. Documentazione fondamentale per far uscire la memoria storica dalle polemiche e dai facili revisionismi. All’inizio fu ospitato in uno stanzone al piano terreno del palazzo Medici Riccardi, sede dell’amministrazione provinciale di Firenze. Pochi i mobili, quasi tutti di risulta. Fin dall’inizio cominciarono ad arrivare i documenti, prima quelli di organizzazioni ufficiali, poi i privati.

Non sempre la raccolta di documenti è stata agevole: non si trovano, ad esempio, le carte dell’ufficio informazioni del Ctln, necessarie per stabilire le responsabilità e le connivenze di enti o persone con la repubblica di Salò. Furono passate all’Alto commissariato per l’epurazione e da lì sono finite chissà dove.

L’alluvione del ’66 rappresentò una battuta d’arresto per l’Istituto, pesantemente danneggiato. Il materiale fu recuperato grazie all’aiuto di tanti giovani, tra i quali l’attuale presidente Ivano Tognarini, allora studente liceale e oggi professore universitario a Siena. Alle carte di partiti e movimenti politici (Ctln, comitati provinciali e comunali della Toscana, archivi dei vari reparti) si sono aggiunti nel tempo i fondi personali di numerosi protagonisti di quegli anni: Gaetano Salvemini, Ferdinando Schiavetti, Aldebrando Medici Tornaquinci, Tristano Codignola, Roberto Battaglia, Piero Calamandrei, Raffaello Ramat, Francesco Berti, membro del Ctln in rappresentanza della Dc e altri. In più documenti riguardanti la vita politica italiana provenienti da archivi italiani e stranieri.

Molti cittadini contribuiscono tuttora ad accrescere la documentazione dell’Istituto con piccole donazioni, dalle foto ai documenti personali, quelle cose che fanno parte dell’archivio di ogni famiglia, spesso raccolte in una scatola, ma che contribuiscono a fare la storia, quella di uomini e donne nella vita di tutti i giorni, specie in periodi oscuri quale fu quello della repubblica di Salò.Di notevole importanza i rapporti con gli istituti provinciali della Toscana: Pistoia, Lucca, Siena, Grosseto, Pontremoli, per la provincia di Massa Carrara, e il centro di documentazione del comune di Livorno.

Oggi l’Istituto affronta il secondo cinquantennio in buone condizioni: ampliata la sede originaria, può contare su di una seconda sede fiorentina, in via dei Pucci. Certo, i problemi non mancano, primo tra tutti quello del personale, già ampiamente insufficiente per garantire la catalogazione delle nuove acquisizioni e per garantire l’apertura al pubblico.

Sono molti i frequentatori: studiosi italiani e stranieri, alcuni provenienti dagli Stati Uniti, laureandi, insegnanti, alle elementari alle medie superiori, alla ricerca di materiale per impostare i programmi didattici.Dal 1958 a oggi sono stati organizzati numerosi convegni e mostre, oltre a molte pubblicazioni tra le quali il periodico «In/Formazione», notiziario bibliografico di storia contemporanea. Numerose anche le visite delle scolaresche alla biblioteca, che conta oltre 50 mila volumi, emeroteca, che raccoglie i giornali di quel periodo e molta stampa clandestina, nastroteca con preziose testimonianze, cineteca che conta numerosi film amatoriali, e la fototeca, notevolmente arricchita dall’apporto dell’archivio del fotogiornalista Red Giorgetti. Tanti i cittadini comuni che si rivolgono all’Istituto per ricostruire le loro memorie.Nei suoi primi cinquant’anni l’Istituto è riuscito nell’intento, ma molti documenti sono ancora dispersi in mille luoghi – partiti, associazioni combattentistiche, privati – con il rischio di andare dispersi, quando dagli attuali possessori passeranno ad altri che non ne comprenderanno il valore.

In ogni caso, fino a quando continueranno a trovarsi in mano di organizzazioni politiche o di privati, sarà assai difficile consultarli e si presteranno sempre all’arbitraria interpretazione di chi li possiede.