Il Manneken Pis, la statua in bronzo, scultura simbolo di Bruxelles collocata nel cuore della città, viene fin dal 1619 vestito con abiti sontuosi, arrivati in dono da ogni parte del mondo, per il breve spazio di una vestizione solenne e per essere mostrati, infine, nel museo che tutti li accoglie, la Maison du Roi, ad arricchire il già ricco guardaroba espositivo. Il bambino che fa la pipì è nudo ed è leggenda che egli abbia spento la miccia di una bomba che avrebbe distrutto la città di Bruxelles: ecco, dunque, spiegata la motivazione degli onori che frequentemente gli vengono tributati. Il 16 febbraio 2008 il Manneken Pis ha indossato il costume che la professoressa Maria Inferrera, docente di progettazione in Arte del restauro del tessuto al Liceo Artistico, Istituto Statale d’Arte «G. Giovagnoli» di Sansepolcro e Anghiari, ha ideato per lui: un cappotto in panno casentino, pantaloni e scarpette, il tutto nella tipica cromia del verde-arancio. Delegata da Claudia Guerrini, presidente dell’Associazione Toscani a Bruxelles, dalla Regione Toscana e dal Casentino, la professoressa Inferrera ha progettato un abito che portasse alla ribalta, sulla scena europea, un apprezzato prodotto di nicchia per la sua ulteriore valorizzazione, come era del resto obiettivo degli organizzatori; ha così messo a confronto due tradizioni, due identità di luoghi, in una contaminazione efficace e in un risultato di forte impatto estetico. Fin dal 2005 la professoressa Inferrera per il liceo artistico/istituto d’arte «Giovagnoli» di Sansepolcro e Anghiari con le classi di tessitura ed altri docenti della sezione, quali i professori Andreina Crispoltoni, Myriam Ricci e Giorgio Cestelli, aveva realizzato un innovativo progetto didattico coniugante guado e panno casentino, conclusosi con la pubblicazione del libro Panno blu, edito nel 2006, per conto della Comunità della Valtiberina Toscana, committente dell’intera iniziativa. Successivamente l’evento culminante dell’unione fra i due elementi è stata la mostra «Colori e tessuti al tempo di Piero», ideata e allestita dalle professoresse Maria Inferrera, Andreina Crispoltoni e dal professor Antonio Caputo, organizzata dalla Comunità Montana Valtiberina Toscana e dai Comuni di Sansepolcro e Monterchi: due grandi installazioni che esponevano gli abiti della Madonna del Parto e della Misericordia realizzati in tessuto casentino, tinto naturalmente con guado e robbia. L’abito, dunque, del Manneken Pis di Bruxelles, oltre ad evidenziare una fra le tante eccellenti professionalità della scuola, continua quella che è ormai diventata una tradizione di progettualità, di sinergico incontro e scambio di culture e attività per contribuire a quello che è, in definitiva, un arricchimento comune.Alessandro Boncompagni