Toscana
Liste d’attesa: Mugnai (Fi), «dagli stanziamenti regionali niente effetti positivi»
Nella Asl 6 di Livorno nel giugno 2014 prenotare una mammografia implicava un’attesa di 367 giorni; un anno dopo, la lista d’attesa è di 398 giorni. Nella Asl 1 di Massa Carrara, in area apuana, un anno fa non c’era verso di ottenere una eco alla mammella prima di 179 giorni; oggi se ne attendono 154, meno ma ancora troppo. Ora: la questione è già grave in sé, ma se in più si pensa che proprio in questo ultimo anno solare la Regione ha versato 4 milioni di euro (che da qui al 2016 saranno in tutto 10 milioni) per le strategie di contenimento delle liste d’attesa con tanto di gruppo di monitoraggio allora beh, qui qualcosa non torna. E allora: chiedere. Lo fa il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (capogruppo FI), che annualmente nel mese di giugno rileva i dati relativi ai tempi d’attesa e perciò ha potuto effettuare un confronto. Sconfortante, tranne che nel caso di Grosseto (Asl 9) dove il dato comparabile era quello della risonanza magnetica cervicale e cranio passata da 266 giorni di attesa ad appena 8 nella zona di Grosseto città. Meglio che nulla. Ma non basta, la Toscana è grande e casi non comparabili ma reali raccontano di 9 mesi di attesa nella Asl 8 per un cardiotest da sforzo, e di una paziente recatasi nel gennaio scorso a far l’esame nel giorno segnato ma opsss… l’appuntamento era per il 2016!
«Da anni Rossi e la sua giunta ci hanno abituato ad annunci spot dal sapore miracolistico, con investimenti sostanzialmente a perdere perché non risolvono i problemi su cui intenderebbero incidere ma, con la loro impronta mediatica, costruiscono consenso. E’ successo per il farmaco anti epatite C, che Rossi ha annunciato in campagna elettorale di voler somministrare gratuitamente a tutti i toscani malati (26mila e passa) stanziando una somma che dire insufficiente è poco. E’ successo con il pagamento dei debiti ai fornitori del sistema sanitario, su cui aveva anni or sono annunciato una rete di convenzioni con le banche senza sentire le banche stesse… e via e via promettendo…». Idem, a quanto pare, con le liste d’attesa.
E’ dell’anno scorso, 4 agosto 2014, la delibera di giunta 694 che stanziava 10.000.000 di euro ripartiti in tre annualità (4.000.000 per il 2014 e 3.000.000 sia per il 2015 che per il 2016) più 540.000 euro (sempre ripartiti nelle medesime tre annualità) per l’attivazione di 5 borse di studio finalizzate al supporto del raggiungimento degli obiettivi di «miglioramento del sistema di gestione delle liste d’attesa per le prestazioni di specialistica e diagnostica strumentale», affermando che «la gestione delle liste d’attesa risulta essere, in termini di efficienza, una delle maggiori criticità». L’atto istituiva anche, «nell’ambito della Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale, uno specifico gruppo di monitoraggio per la gestione delle liste d’attesa».
Il monitoraggio, però, un pochino Mugnai se lo è fatto anche da sé verificando che «salvo che in un caso tra quelli assunti a campione i risultati non paiono adeguati rispetto agli stanziamenti». Ecco dunque l’interrogazione che, esposte tutte queste cose in premessa, stringe su più quesiti. Innanzitutto Mugnai chiede di sapere «se detta situazione sia ritenuta soddisfacente o, in caso contrario, se non si ritenga di dover ritirare lo stanziamento per destinarlo a misure di contenimento del fenomeno delle liste d’attesa più efficaci di quelle messe in atto finora». Inoltre, domanda «quali siano gli esiti sia complessivi che disaggregati per azienda sanitaria registrati dal gruppo di monitoraggio» e, ancora, «quali ulteriori urgenti misure di contenimento delle liste d’attesa in sanità si intendano adottare in previsione della ristrutturazione del sistema sanitario toscano prevista con legge regionale 28/2015». Risposta attesa in forma scritta.