Cultura & Società
Lippi a Prato, la «Salomé» torna a danzare
di Gianni Rossi
Più leggiadra di prima, torna a danzare a Prato la Salomé di Filippo Lippi. Questo sabato 5 maggio il Ministro per i beni e le attività culturali, nonché vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli, inaugura il restauro degli affreschi che il celebre pittore fiorentino dipinse nel duomo fra il 1452 e il 1465. Le storie del patrono Santo Stefano e quelle di San Giovanni Battista torneranno così a risplendere nella cappella maggiore dietro l’altare antico. Per sei anni la biblica figlia di Erodiade – che fece scuola al Botticelli e incantò in epoche più recenti il grande poeta inglese Robert Browning e il «vate» Gabriele D’Annunzio – è stata velata ma non fermata nella sua danza sensuale e leggera dal cantiere di restauro degli affreschi. Ben diecimila persone, infatti, l’hanno potuta continuare ad ammirare salendo sui ponteggi che le Soprintendenze competenti, la Diocesi, la Provincia di Prato e l’Apt avevano voluti aperti ai visitatori.
Tolto ormai il cantiere, questo sabato calerà anche il drappo che da alcuni mesi sostituiva il «Ponteggio d’artista», l’originale «pala» che il pittore Emilio Farina aveva realizzato nel 2000 per isolare il cantiere dalla chiesa.
Il restauro è costato un milione di euro, stanziati dal Ministero per i beni culturali, con un contributo per il cantiere e per il completamento dei lavori della Diocesi di Prato e della Provincia di Prato. Sotto la direzione prima di Isabella Lapi Ballerini, poi di Cristina Gnoni, il delicato intervento è stato curato dalle due Soprintendenze di Firenze, Prato e Pistoia, quella per i Beni Architettonici e per il Paesaggio e quella per il Patrimonio Storico Artistico. I lavori, preceduti da una campagna diagnostica condotta dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sono stati eseguiti dai restauratori della CBC di Roma.
Davanti a quelle immagini monumentali eppure leggere, il direttore dei Musei diocesani di Prato, Claudio Cerretelli – tra i più profondi conoscitori del ciclo del Lippi – non ha dubbi: «Il restauro ha recuperato alle figure volume e leggerezza, e ai colori trasparenza e luminosità». Prima del complesso intervento, infatti, gli affreschi apparivano offuscati da uno spesso strato di nerofumo, a cui si aggiungevano depositi di polveri e agenti inquinanti, e da un diffuso biancore, dovuto alla solfatazione, soprattutto in corrispondenza dei toni scuri e della volta. I precedenti restauri – ben tre nell’arco di cento anni – avevano lasciato non pochi guasti, basti pensare alle resine sintetiche stese all’inizio degli anni Settanta, che impedivano la permeabilità. Così è risultata di fondamentale importanza l’ampia campagna diagnostica eseguita preliminarmente al restauro vero e proprio, che ha consentito di esaminare accuratamente la tecnica del Lippi e di mettere a punto la metodologia dell’intervento.
Per Cristina Gnoni «l’attuale restauro riconsegna alla città di Prato e alla lettura critica un testo pittorico risanato e liberato per buona parte dalla sovrammissione di materiali incongrui, certamente non restituito all’originario splendore – basti pensare alle perdite delle pitture a secco e all’imbrunimento delle decorazioni in cera dorata – ma nuovamente leggibile con una ritrovata continuità e soprattutto pienamente apprezzabile nei recuperati valori cromatici e lumini-stici».
Fu tale lo scandalo che dovette intervenire il Papa in persona: Pio II – grande ammiratore dell’arte di Filippo – sciolse entrambi dai voti. I due però non si sposarono mai e, fino alla morte, il pittore continuò a firmarsi «Fra’ Filippo».
Tra la cattedrale, il Museo Civico (ora in restauro: le opere sono nel Museo di Pittura murale), il Museo dell’Opera del Duomo, la Galleria di Palazzo degli Alberti, la chiesa dello Spirito Santo, Prato conserva il più importante nucleo di opere pittoriche di Filippo Lippi. Valgono davvero una visita. L’itinerario, in occasione del restauro del ciclo pittorico del duomo, viene ora rilanciato nell’ambito dello slogan «Filippo Lippi, genio e passione»: Diocesi, Provincia, Comune, Apt e Soprintendenze competenti, supportati da numerosi sponsor, intendono promuovere questo grande patrimonio in chiave turistica. Le premesse ci sono tutte: il turismo, nella città laniera, finora cenerentola tra le attività nonostante i grandi tesori d’arte, è in crescita costante.
Per informazioni sull’itinerario: Apt di Prato, 0574-24112 – www.restaurofilippolippi.it.