Arezzo - Cortona - Sansepolcro

L’intenso testamento spirituale di don Pietro Buresti

Preghiera per l’ultimo mio giorno. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ti adoro, mio Dio e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano, ammesso a numerosi sacramenti fino al sacerdozio, al quale mi chiamasti fin dall’età di dieci anni, quando fui avviato alla scuola del seminario e la tua chiamata, o Dio, mi appariva indecifrabile e l’orizzonte nebuloso. Adesso, Padre buono, ti rendo grazie per la lunga giornata della mia vita e la tua generosità. Ora confido nel sangue versato dal Salvatore nostro; in quel sangue di cui una sola goccia può salvare tutto il mondo, come ho ripetuto ogni giorno in ringraziamento della Celebrazione Eucaristica quotidiana.“Artefice e Signore della terra e del cielo, aurora inestinguibile, giorno senza tramonto, dona alle stanche membra la gioia del riposo”: preghiera della sera, di ogni sera, come anche della sera della vita. Nel riflettere all’ultimo mio giorno e a quell’istante del passaggio da questa consapevolezza terrena a quella che sarà la percezione dell’eterno, mi getto nelle braccia del Padre per piangere e gioire. Per gioire in Colui che mi dà forza, ma anche per piangere per tutto quanto in me si è opposto all’amore di Dio e dei fratelli. I fratelli di sangue, nove, e i fratelli nel sacerdozio e i fratelli tutti che nella vita il Signore mi ha fatto la grazia di incontrare.Accogli, o Dio, la mia preghiera. Sono povero e infelice, o Dio, vieni presto in mio aiuto. Canterò senza fine le grazie del Signore. Non morirò, resterò in vita e annuzierò le opere del Signore. Nell’angoscia ho gridato al Signore; mi ha risposto il Signore e mi ha tratto in salvo. Ti amo, Signore mia forza; Signore mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe in cui trovo riparo, mio scudo e baluardo, mia potente salvezza. Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti impetuosi: nel mio affanno invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio, ed Egli ascoltò la mia voce, al suo orecchio pervenne il mio grido.Non respingermi dalla tua presenza, rendimi la gioia di essere salvato. Salvaci con tutti i miei cari, quelli che rimangono ancora in questa vita e quelli che mi hanno preceduto nel segno della fede: i miei genitori: la dolcissima e bella mamma, il generoso e instancabile babbo, i miei fratelli e sorelle. La Vergine Santissima, la Mamma del cielo, sia la nostra speranza.

don Pietro Buresti