Lettere in redazione
L’Imu è una tassa iniqua, non toccati i privilegi
L’attuale governo Monti ha ripristinato la tassazione sulla prima casa. Ho sempre considerato tale tassa iniqua. Gli italiani hanno sempre avuto una predilezione particolare per il possesso di una casa e per farsela hanno fatto e tuttora fanno sacrifici enormi. Molti per realizzare questa giusta ambizione (di una casa loro) hanno addirittura scavato le pietre e se la sono costruita con le proprie mani; molti hanno acceso mutui per l’acquisto e tanti sono i sacrifici per far fronte alle spese. Ora è arrivata la mannaia Imu, che è molto più pesante della vecchia Ici. Alcune persone, ormai sole, sono costrette a pagare la tassa su una casa, magari anche ampia, perché prima era necessaria per la famiglia numerosa.
Ma che patrimoniale è questa? Quale reddito produce a chi la abita? Semmai solo spese per la manutenzione estremamente dura da sopportare e difficile sarà in queste condizioni la ripresa economica del paese.
I problemi ci sono e difficile le soluzioni, ma dal governo Monti mi aspetto qualcosa di più geniale. Abbiamo un enorme debito pubblico che dobbiamo assolvere ed in qualche modo cercare di ridimensionarlo, perché toglie ossigeno allo sviluppo, ma questo è il risultato di una cattiva gestione della cosa pubblica dagli anni settanta in poi (prima l’Italia non aveva debiti) dovuta a sprechi, richieste eccessive e a concessioni troppo facili. A questa situazione dobbiamo aggiungere una vergognosa evasione fiscale da combattere, però trovando espedienti più incisivi e di più facile applicazione.
Il presidente Monti ha parlato di sacrifici da distribuire in modo equanime sui cittadini, ma in pratica a pagare sono sempre i soliti ed a questi si è toccato anche i famosi diritti acquisiti. Poco su i grandi capitali e poco o nulla si è toccato a coloro che godono di stipendi e vitalizi d’oro.
Presidente, con coraggio e determinazione affronti il problema della riduzione della spesa pubblica, di questa arrugginita macchina dello Stato che chiede tanto ai cittadini ed in cambio rende pochi servizi e di scadente qualità.
Di tasse gli italiani onesti o che comunque sono costretti a pagarle tutte, non ne possono davvero più. Siamo arrivati ad una pressione fiscale «apparente» del 45,2%, che ci piazza già al quinto posto in Europa. Ma se togliamo dal pil la quota di sommerso, quella effettiva (cioè per coloro che le tasse le pagano tutte) arriva al 55%, che è un record mondiale, di cui non andar fieri. L’Italia deve riuscire a tagliare la spesa, là dove è parassitaria e improduttiva, e sconfiggere l’evasione fiscale. Solo così si potrà abbattere il debito, che è un terribile fardello messo sulle spalle dei nostri figli e nipoti, e ridurre anche la pressione fiscale. Premesso questo, non trovo di per sé ingiusta una tassa sul patrimonio immobiliare, che colpisca anche la prima casa, quella in cui si abita. Esiste in tanti paesi, compresi gli Stati Uniti d’America. È anche uno degli strumenti che possono rendere effettivo il federalismo fiscale. Quello che si dovrebbe fare, però, è legarla al reddito effettivo del nucleo familiare, garantendo un’area di esenzione per i redditi più bassi. Quanto al governo Monti anch’io mi aspettavo un po’ di coraggio in più. Ricordiamoci però che ogni suo provvedimento deve trovare in Parlamento il sostegno di Pdl, Pd e Terzo polo.
Claudio Turrini