Dossier

L’identikit del volontario

Giovane tra i 15 e i 30 anni, maschio, toscano, occupato a tempo pieno, religioso, dedica al volontariato almeno 10 ore a settimana, fa attività esclusivamente nelle Misericordie, che ha scelto perché dove vive sono l’immagine stessa del volontariato. E’ l’identikit del volontario delle Misericordie così come emerge dalla prima fase della ricerca condotta dall’Istituto Studi e Sviluppo Aziende Nonprofit in collaborazione con la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia e presentata il 5 aprile 2003 a Firenze nel corso di un convegno. Una ‘fotografia’ della più antica forma di volontariato del mondo, a oltre 750 anni dalla sua nascita e all’inizio del terzo millennio. L’indagine è stata condotta tramite la somministrazione di questionari ad un campione di 198.028 soci di 268 Confraternite (su un totale di 610) su tutto il territorio nazionale.

“Abbiamo voluto questa indagine – ha detto il presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, Gianfranco Gambelli – per conoscere meglio noi stessi. Sappiamo che ci sono 610 Confraternite in Italia, ma non sappiamo fino in fondo cosa fanno, quale impatto hanno sulla popolazione e quali risultati ottengono. Talvolta le Misericordie hanno una scarsa consapevolezza dell’intero movimento: ognuna opera per conto suo e poco conosce di cosa viene fatto dalle altre Confraternite. Vogliamo colmare questa lacuna: tracciare l’immagine attuale del movimento per ipotizzare i possibili percorsi futuri.”

Dai dati emerge un’organizzazione tutta centrata sui volontari, che sono il 96,6% del totale delle figure attive (contro l’1,57% di retribuiti e l’1,76% di obiettori di coscienza), mentre l’80% delle Confraternite opera esclusivamente con volontari. Il 64% dei volontari sono uomini, con istruzione media (la metà sono diplomati), con una media di 34 anni (contro una media nazionale di 41 anni) e con il 44% del totale al di sotto dei 30 anni. Superiore alla media nazionale anche l’impegno settimanale: il 43% del totale dedica più di 15 ore.

Il 51% dei volontari ha già un lavoro a tempo pieno. L’86% del campione non presta servizio in altre associazioni, mentre la maggior parte svolge attività alla Misericordia da più anni: 35% da 2-3 anni, 32% da 4-10 anni, 20% da più di 10 anni. Forte la motivazione religiosa: il 63% degli intervistati si dichiara “abbastanza religioso”, il 16,4% “molto religioso”.

I settori di attività prevalente sono il trasporto sanitario (90% delle Confraternite lo attua), la protezione civile (70%) e i servizi sanitari (46,8%) e socio-assistenziali (24,5%).

La Toscana si conferma la regione con il maggior radicamento per numerosità (326 su 610 Confraternite, il 53,4%), ampiezza della base associativa (oltre 500 soci) età di fondazione (più di 100 anni), ma anche per gli anni di attività dei volontari (31% da 4-10 anni).

In Italia le Misericordie sono presenti soprattutto nel Centro (59,7%), seguito dal Sud (20,9%), dalle Isole (14,5%) e dal Nord (4,3%), ma è proprio al Sud e nelle Isole che si registra la maggior espansione negli ultimi anni. “La peculiarità assoluta delle Misericordie che emerge da questa prima fase della ricerca – ha spiegato il professor Carlo Borzaga, dell’Università di Trento, che ha coordinato la ricerca- è la diffusione e il radicamento fortissimo delle Misericordie sul territorio, specie in Toscana; qui si fa volontariato perché la Misericordia esiste e perché gli altri lo fanno ancor prima di aver percepito a fondo le motivazioni: per ‘common knowledge’ direbbero gli economisti. E lo si fa con impegno superiore alle medie nazionali e per più tempo alla settimana. Quella delle Misericordie resta una realtà fortemente legata alla tradizione, centrata cioè quasi esclusivamente sui volontari e prevalentemente attiva in servizi ‘tradizionali’”, quali il trasporto sanitario, la protezione civile, i servizi socio-assistenziali. Sono ancora isolate le esperienze innovative di risposta a nuove esigenze di servizi sociali” come gli sportelli anti-usura attivati in alcune Confraternite toscane.

Guardando al futuro, la prospettiva di sviluppo per le Misericordie può dunque essere affidata, secondo Borzaga, “ad una interpretazione più innovativa delle domande sociali.” Nei prossimi mesi i dati raccolti saranno elaborati per arrivare alla stesura di un rapporto che verrà presentato in un apposito convegno in autunno.