Vita Chiesa

L’IDENTIKIT DEL DIACONO PERMANENTE; RICERCA E CONVEGNO COP AD ASSISI

Sposato, 59 anni, 2 figli, impiegato o insegnante, in possesso di diploma di scuola media superiore o laurea…E’, in media, l’identikit del diacono permanente italiano, così come emerge da una ricerca promossa dal Cop (Centro di Orientamento pastorale), al centro del Convegno “Diaconi permanenti in una Chiesa missionaria”, che si apre questo pomeriggio ad Assisi (fino al 14 aprile) per “riflettere sulla figura spirituale del diacono permanente e sulla sua collocazione all’interno della vita della Chiesa, della parrocchia e delle unità pastorali”.

L’Italia è la nazione ‘Europa che vanta il maggior numero di diaconi permanenti: al 2002, stando ai dati del Cop, i diaconi erano infatti 2.748, contro i 2.463 della Germania, mentre nel 1997 la situazione era inversa (2.016 diaconi permanenti in Germania e solo 1.966 in Italia).

Ai due questionari formulati dal Cop, proposti rispettivamente ai responsabili diocesani dei diaconi permanenti e ai diaconi stessi, hanno risposto complessivamente 92 diocesi: le 77 diocesi su 191 che hanno restaurato il diaconato permanente e 786 diaconi, pari a poco meno di un terzo del totale e al 5,19% dei sacerdoti. Vengono dalle parrocchie, soprattutto, e poi, in quantità minore, dalle diverse espressioni dell’associazionismo ecclesiale e sono considerati dai fedeli per il loro “servizio ministeriale”, percepito “come non identificabile con quello dei laici”: è uno dei dati della ricerca del Cop. Nella stragrande maggioranza dei casi i familiari – soprattutto le mogli – “condividono e sostengono il padre o il marito, nel servizio pastorale”. La ricerca non attesta che, globalmente, le diocesi italiane si stiano “ricredendo” sul diaconato permanente: anzi, “ne ribadisce l’assoluta importanza per la Chiesa come uno degli eventi più significativi, insieme alla valorizzazione del laicato del post-Concilio”. Sir