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Libia: Sant’Egidio, accordo umanitario tra tutti i gruppi politici ed etnici del Sud del Paese

È stato firmato ieri un accordo umanitario tra tutti i gruppi politici ed etnici del Sud della Libia. Nei giorni scorsi, a Sant’Egidio, si sono incontrati politici e attivisti del Fezzan, rappresentanti le varie tribù della regione meridionale della Libia. 

Il Fezzan è stato a lungo tempo dimenticato dalle autorità centrali libiche ed ancora oggi resta largamente marginalizzato all’interno del territorio nazionale. La sua composizione etnica complessa lo rende luogo di tensioni, come è avvenuto dopo il crollo del regime di Gheddafi e la diffusione del conflitto civile libico. Per la mancanza di stabilità e di controlli rappresenta un luogo privilegiato di transito per l’immigrazione verso l’Europa. La Comunità di Sant’Egidio ha da tempo iniziato attività di dialogo politico e riconciliazione fra le etnie Tebou e Touareg anche in questa parte del territorio libico, che ha portato, nel dicembre 2015, alla cessazione degli scontri nella importante città di Obari; inoltre c’è stato, da parte degli stessi responsabili del Fezzan, un riconoscimento dell’autorità del presidente Serraj, passo importante per il rafforzamento del governo sostenuto dall’Onu e dall’Italia insieme a tutta la comunità internazionale.

L’accordo sulle questioni umanitarie firmato ieri riapre la possibilità di inviare aiuti di emergenza a strutture ospedaliere situate in tutte e cinque le provincie del Fezzan, che soffrono la mancanza di materiali di prima necessità, come anche di kit per le vaccinazioni dei bambini. Ovviamente riaprire le comunicazioni con questa parte della Libia è fondamentale per implementare il processo di ricostruzione dello Stato.

I delegati del Fezzan hanno sottoscritto un accordo che permetterà l’invio e la distribuzione di aiuti umanitari nella zona, garantendo la presenza della Croce rossa internazionale, della Cooperazione italiana e di altre ong. Soddisfazione è stata espressa, nel corso di un briefing, da don Angelo Romano, che per la Comunità di Sant’Egidio ha guidato gli incontri tra le delegazioni. «Si tratta del primo passo importante, che consentirà un’apertura del Sud della Libia al resto del Paese e alla comunità internazionale aiutando in maniera considerevole la parte più povera della popolazione. Ma l’accordo, grazie all’intesa fra tutte le parti, favorirà anche, a diversi livelli, il processo di pacificazione e unità nazionale».