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LIBIA: NAPOLITANO, NON SI POTEVA ASSISTERE SENZA REAGIRE

(ASCA) – Roma, 28 marzo – “Il mondo non poteva assistere senza reagire alle vittime e alle distruzioni massicce” inflitte “alla sua stessa popolazione” da Gheddafi. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento alle Nazioni Unite, trasmesso da Sky Tg24. La responsabilità di proteggere, spiega Napolitano, “ricade sulle Nazioni Unite, e del resto il Capitolo VII della Carta contempla specificamente l’uso della forza per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”. In Libia, spiega, “siamo per l’appunto impegnati a proteggere la popolazione civile e a fare rispettare la Carta delle Nazioni Unite, agendo nella piena legittimità internazionale conferita dalla Risoluzione n. 1973 approvata lo scorso 17 marzo dal Consiglio di Sicurezza. Non sottovalutiamo nel modo più assoluto i costi umani e i rischi delle azioni militari. Nelle missioni internazionali all’estero l’Italia – dice il Capo dello Stato – ha pagato un alto prezzo in termini di vite umane e di sofferenza. Tuttavia, come ho avuto modo di affermare a Ginevra parlando al Consiglio per i Diritti Umani lo scorso 4 marzo, la protezione giuridica internazionale dei Diritti Umani è al centro del sistema delle Nazioni Unite, come testimonia la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Essa è sempre più importante per tutti gli Stati membri, senza eccezione. I Diritti Umani – rileva Napolitano – sono divenuti progressivamente una pietra angolare delle relazioni internazionali. Di conseguenza, violazioni massicce dei Diritti Umani rendono un regime illegittimo e lo pongono al di fuori della comunità degli Stati. Si tratta di una nozione cruciale, che si sta sempre più affermando, come è dimostrato anche dall’approvazione della Risoluzione 1973”. Il Capo dello Stato chiarisce che “questo non significa pretendere di esportare uno specifico modello di democrazia, bensì promuovere e proteggere i diritti fondamentali, civili e politici, e le libertà religiose, come precondizione per l’autonoma realizzazione, dal basso e con modalità diverse per ogni singolo Paese, di sistemi democratici”. La Libia, continua Napolitano, “appartiene ad una regione che sta affrontando un profondo cambiamento, che ha preso origine da principi comuni, principi di giustizia e progresso, di tolleranza e di dignità per ogni essere umano, come affermato dal Presidente Obama nel suo discorso al Cairo del giugno 2009. Noi tutti condividiamo questi medesimi valori. Recentemente riaffermati dalla Lega Araba, essi sono divenuti un faro per la trasformazione in atto nel Mediterraneo”.