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Libia: Caritas Italiana, «escalation violenza sempre più preoccupante. Fare il possibile per fermare la guerra»

«L'escalation della violenza rende la situazione in Libia sempre più preoccupante. Centinaia le vittime e oltre 25.000 gli sfollati interni fuggiti dalle aree di scontro, ma il numero aumenta di ora in ora, via via che il conflitto si espande. Se i combattimenti non cesseranno, incombe il rischio di una crisi umanitaria di vaste proporzioni su scala regionale con flussi importanti di profughi nei paesi limitrofi: Tunisia, Algeria, Egitto in primis, e anche verso le coste europee». Lo denuncia in una nota oggi Caritas Italiana.

Ancora una volta, sottolinea Caritas Italiana, «le vittime della guerra sono soprattutto i civili costretti a fuggire, intrappolati tra il fuoco delle diverse fazioni, ostacolati nell’accesso a cibo, altri beni e servizi essenziali. Tra questi le fasce più vulnerabili – minori, donne, anziani, malati, disabili, migranti nei centri di detenzione – sono destinati a subire le conseguenze peggiori del conflitto». Caritas Italiana, attiva nell’area da molti anni, «segue con preoccupazione l’evolversi della situazione ed è in contatto con le Caritas del Nord Africa e con la rete internazionale Caritas per rispondere alle necessità dei profughi e della popolazione locale più vulnerabile».

In Libia – come nelle altre crisi della regione, in Sudan e Siria – «si intrecciano giochi di potere e interessi esterni – evidenzia Caritas Italiana -. Facendo eco agli appelli che il Papa ha più volte lanciato per la pace in Africa e in Medio Oriente, chiediamo a tutti coloro che hanno responsabilità di mettere al centro il bene delle persone e fare tutto il possibile per fermare la guerra». In particolare, prosegue la nota, «auspichiamo che l’Italia e gli altri Paesi europei, a partire da quelli del Mediterraneo, in accordo con l’Onu, possano farsi promotori di un’iniziativa congiunta per la pace in Libia, mettendo da parte interessi specifici, e dall’altro possano prepararsi ad un’azione umanitaria in loco e di accoglienza dei profughi per non lasciare soli i Paesi limitrofi, come purtroppo è accaduto per tante altre crisi dimenticate. È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana: info sul sito.