Amnesty international ha giudicato positivamente la decisione presa il 4 aprile dal Tribunale penale internazionale (Icc), che ha chiesto alla Libia di consegnare Saif al-Islam Gheddafi. Questa decisione dovrebbe porre davvero fine alla lunga saga riguardante il destino di Saif al-Islam Gheddafi. La Libia deve rispettarla e darvi seguito senza ritardo – ha dichiarato Marek Marczynski, direttore del gruppo Giustizia internazionale presso il Segretariato Internazionale di Amnesty -. Un processo di fronte a un tribunale libico, dove l’imputato rischierebbe la pena di morte, non servirebbe in alcun modo la giustizia. Fino a quando il sistema giudiziario libico sarà debole e non saranno in vigore norme sulla procedura penale, il ruolo dell’Icc resterà fondamentale nell’accertamento delle responsabilità per le violazioni dei diritti umani in Libia. Il sistema giudiziario libico, infatti, continua a essere praticamente paralizzato e i procedimenti contro migliaia di detenuti, per lo più indiziati di crimini di guerra, devono ancora avere inizio: nel frattempo, la maggior parte di essi è trattenuta in strutture che si collocano al fuori del contesto legale e non ha accesso agli avvocati. Amnesty teme che i detenuti siano stati costretti a confermare, firmandole o timbrandole col pollice, confessioni’ estorte sotto tortura o coercizione. Saif al-Islam Gheddafi è ricercato dall’Icc per crimini contro l’umanità in relazione alla brutale soppressione delle manifestazioni dello scorso anno, sotto il governo del padre. Dal novembre scorso, quando è stato catturato, Saif al-Islam Gheddafi è stato tenuto in isolamento in un luogo segreto di Zintan, senza accesso a un avvocato ne’ mezzi per comunicare coi suoi familiari. La decisione dell’Icc conferma che i diritti delle persone sospettate di aver commesso crimini devono essere tutelati. Amnesty ha sollecitato l’Icc e le autorità libiche a prendere misure urgenti per assicurare che i diritti di Saif al-Islam Gheddafi siano protetti. (Sir)