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LIBERTÀ RELIGIOSA: RAPPORTO ACS 2005, IN EUROPA ANCORA ATEISMO. NEL MONDO CONFLITTI E POVERTÀ

Episodi di “intolleranza etnico-religiosa”, difficili rapporti tra governi nazionali e chiese, nuove “spinte laiciste”; ma anche esempi positivi di convivenza tra fedi diverse e coraggiosi “interventi legislativi a tutela della libertà di culto”. Il “Rapporto 2005 sulla libertà religiosa nel mondo”, presentato questa mattina presso la sede della Camera dei Deputati a Roma, fotografa una situazione in chiaroscuro a livello planetario. Lo studio, realizzato da Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre), comprende ampi capitoli dedicato ai cinque continenti. Alla presentazione erano presenti il cardinale Renato Martino, presidente di Giustizia e pace, il presidente della Camera Pierferdinando Casini, i giornalisti Pierluigi Battista e Antonio Socci, nonché, per Acs, Orazio Petrosillo e Attilio Tamburrini.

La libertà religiosa è fonte e sintesi di tutte le altre libertà” e “il diritto di libertà religiosa, al contempo diritto individuale e diritto collettivo”, nella “società moderna non può più essere ristretto alla libertà di credenza o di culto”, ha detto il card. Renato Raffaele Martino, che ha richiamato il magistero di Giovanni Paolo II in materia, “libertà religiosa” significa, tra l’altro, anche “libertà di educazione religiosa dei figli” scegliendo “le istituzioni scolastiche più confacenti” e libertà “di non essere costretti, sul piano personale e civile, a compiere atti contrari alla propria fede”. “La Chiesa che opera nella nostra società – in Europa e nel mondo occidentale – non vive certamente una situazione di sofferenza – ha osservato il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini -, eppure si scontra sempre più spesso con un atteggiamento laicista che tende a proporne la marginalizzazione dalla società” secondo una sorta di “‘laicismo di Stato’ che non ha nulla a che vedere con il concetto di laicità” e riconosce “alla Chiesa solo una generica autorità morale, senza ammettere il suo diritto a guidare concretamente le scelte e i comportamenti del popolo cattolico”.

Nel capitolo dedicato all’Europa, si legge: “Non si è esaurita, nemmeno a 15 anni dal crollo dell’impero social-comunista sovietico, la spinta propulsiva dell’ateismo. Tra i casi emblematici, la Bielorussia dove lo stretto controllo statale su ogni espressione di culto, tende a soffocare il sentimento religioso della popolazione”. In Bosnia Erzegovina, in Serbia Montenegro e in Kosovo, invece, restano i segni profondi “della guerra che dilaniò la Jugoslavia alla metà degli anni ‘90 e provoca tuttora tensioni tra cristiani e musulmani”. Vari i casi problematici segnalati, fra i quali la Francia (legge sui simboli religiosi), i Paesi Bassi (violenze inter-etniche), la Turchia (riconoscimento delle minoranze religiose). La situazione della libertà religiosa vive situazione problematiche in ogni continente, spesso legate a storiche vicende di conflittualità inter-etnica. E’ il caso dell’Africa, dove ad esempio “cresce la preoccupazione per il protrarsi degli scontri a sfondo religioso in Nigeria”. In questo paese nel 2004 si registrano oltre 12mila morti, “che vanno ad aggiungersi alle decine di migliaia di vittime degli anni scorsi, di parte cristiana e musulmana, da quando è stata proclamata la legge islamica in 12 Stati del Nord”.

Il fenomeno della guerra civile, segnala il Rapporto steso per conto dell’Aiuto alla Chiesa che soffre, “non esaurisce i suoi effetti al cessare delle ostilità e porta con sé strascichi giudiziari e civili che continuano a dividere le nazioni, le etnie e i gruppi religiosi. Perciò, anche se sembra raggiunto un fragile accordo di pace anche in Sudan, è ancora lungo il percorso che dovrà portare a ricostruire il tessuto sociale lacerato da decenni di massacri”. Per quanto riguarda l’Asia, invece, “sono in grande fermento i paesi del Caucaso, i cui governi spesso affrontano la minaccia posta dal terrorismo di matrice islamica più con metodi repressivi che attraverso strategie in grado di isolare l’ultrafondamentalismo”.

“In altri Stati, la persecuzione degli ‘infedeli’ raggiunge punte di vera e propria emergenza come in Iran, in Pakistan e in Arabia Saudita”. Per quanto riguarda il continente americano, si segnalano limiti alla libertà religiosa soprattutto in quelle nazioni già segnate da povertà, conflittualità sociale e instabilità politica, come Colombia, Cuba, Guatemala, Haiti e Paraguay.Sir