Toscana
LIBERIA, PAPA CHIEDE CESSAZIONE OSTILITÀ E SPAZIO AL DIALOGO
1. La Chiesa ha ricevuto da Cristo risorto il mandato di proclamare il Vangelo sino agli estremi confini della terra. In queste domeniche ho avuto modo più volte di ricordare che a questo compito sono chiamate, in modo singolare, le Comunità ecclesiali d’Europa. Sì, in questo Continente occorre che tutti i credenti sappiano ritrovare l’entusiasmo evangelico dell’annuncio e della testimonianza.
Se alcune regioni e alcuni ambienti attendono addirittura un primo annuncio del Vangelo, ovunque, però, c’è bisogno che esso sia rinnovato. Spesso, infatti, la conoscenza del cristianesimo è data per scontata mentre, in realtà, la Bibbia è poco letta e studiata, la catechesi non è sempre approfondita, i Sacramenti sono poco frequentati. In tal modo, al posto dell’autentica fede si diffonde un sentimento religioso vago e poco impegnativo, che può diventare agnosticismo e ateismo pratico.
2. L’Europa di oggi esige la presenza di cattolici adulti nella fede e di comunità cristiane missionarie che testimonino l’amore di Dio a tutti gli uomini (cfr Ecclesia in Europa, 50).
Questo rinnovato annuncio di Cristo domanda di essere accompagnato da una profonda unità e comunione all’interno della Chiesa, come pure da un sincero impegno in campo ecumenico e nel dialogo con i seguaci delle altre religioni. Il Vangelo è luce che investe tutto il vasto campo della vita sociale: dalla famiglia, alla cultura, alla scuola e all’università, ai giovani, ai mass media, all’economia, alla politica… Cristo va incontro all’uomo dovunque vive e opera ed offre senso pieno alla sua esistenza.
3. “Chiesa in Europa, entra nel nuovo millennio con il Libro del Vangelo!” (n. 65). Ecco l’appello scaturito dall’Assemblea sinodale del 1999. Possa ogni Comunità ecclesiale accoglierlo con gioia diventando, in ogni sua componente e nel suo insieme, segno credibile del messaggio della salvezza.
Questo ci ottenga Maria Santissima, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli.
DOPO L’ANGELUS
L’incontro di oggi è anche un’occasione propizia per manifestare la nostra solidarietà ai fratelli e sorelle dell’Africa dove, accanto a progressi ed iniziative positive di pace, perdurano focolai di violenza micidiale. Mi riferisco in modo particolare alle tragiche notizie che arrivano dalla Liberia.