Toscana

L’Europa e le radici cristiane. Il Meeting rilancia san Colombano

DI UMBERTO FOLENAQuando l’irlandesissimo – faccia irlandese, accento irlandese, passaporto irlandese – Pat Cox, presidente del Parlamento europeo, esclama: «Sono orgoglioso per le nostre radici cristiane che in Irlanda risalgono a san Colombano», i giornalisti sussultano. San Colombano, chi era costui? Occhi rapaci cercano nei paraggi il collega noto per la laurea in Lettere e alcune biografie di santi e papi: non c’è. I più scuotono la testa e rinunciano. Peggio per i loro lettori: niente citazione. Gli altri annotano perché non si sa mai. Qualcuno medita di dare un’occhiata su Internet servendosi dell’unico collegamento funzionante in sala stampa, dove però da ore staziona una collega (mai vista scrivere alcunché) che smanetta con aria annoiata sulle agenzie di stampa e nessuno ha il coraggio di dirle ciò che si merita: sloggia. Povero san Colombano.Ma se l’Europa è cristiana, san Colombano è una radice ragguardevole. Per farla breve, fu un fondatore di monasteri. Nato in Irlanda nel VI secolo, ne disseminò la Francia e morì in Italia dove nel 612 fondò quello di Bobbio. La sua regola insisteva sulla penitenza e sull’ascetismo, doti invero basilari – penitenza per l’afa, ascetismo da mezzofondista per affrontare con il piglio necessario i chilometrici capannoni alla ricerca della sala giusta – per resistere una settimana intera alla Fiera nuova di Rimini, dove s’è tenuto il Meeting numero 24 all’interno del quale, venerdì 29 agosto, è avvenuto il dibattito con Cox e il nostro ministro Pisanu. Raro caso di dibattito tra consimili; perché il Meeting ama i contrasti, purché sostenibili, tipo peperoncino nel cioccolato. Ad esempio Fini-D’Alema o Formigoni-Fassino.Sull’Europa, parole altrettanto appassionate ha speso Pisanu: «Ciò che unisce le genti sono i valori. Ciò che unisce l’Europa sono i valori cristiani». Subito incalzato dall’«orgoglioso» Cox: «Sono orgoglioso perché l’Europa non conosce più la pena di morte e perché è stata la promotrice del Tribunale penale internazionale per combattere il crimine di genocidio. E difendo il nostro stato di diritto che non conosce i sistemi che, invece, sono in vigore nella base di Guantanamo». Ecco, europeo anche nel non volersi confondere nell’americanismo degli americanisti miopi, quelli per i quali essere amico di qualcuno significa dargli sempre ragione, anche quando ha torto… se è il più forte.Il Meeting ha molto gradito ed applaudito, e ti pareva. Più freddino era stato due giorni prima con Fassino, che incrociando Formigoni giocava ampiamente fuori casa. Alla richiesta di inserire le «radici cristiane» nel testo della futura Costituzione, faceva sano catenaccio opponendo il petto alla folla: «Discutiamone», e riuscendo a portare a casa la pelle.Insomma, nulla di nuovo sull’Europa, se non un grande spot per ricordare che non possiamo non dirci cristiani. E continueremo ad esserlo anche se, per una serie non sempre del tutto comprensibile di prudenze, timori, ritrosie e garanzie a chissà chi, faremo finta di niente. Di Europa hanno parlato soprattutto i politici, presenti in pattuglia nutrita e qualificata anche al Meeting 2003, ma senza una stella conclamata, un leader da innalzare sugli scudi, qualcuno da consegnare all’apoteosi. Sfidiamo poi i lettori che si siano tenuti informati esclusivamente tramite i tg o quasi tutti i quotidiani, a dirci il nome di qualche altro ospite capace di riempire all’inverosimile i capannoni panciuti. Un minuscolo episodio. Un collega del «Giornale» una mattina esultava perché era riuscito a piazzare un articolo sulla relazione migliore della settimana, quella del cardinale Schoenborn, arcivescovo di Vienna. Il tema del Meeting era la felicità, ma chi ci faceva caso? Beh, quelli che erano al Meeting sì. Affollavano mostre e aule per ascoltare per un’ora e un quarto filata l’abate Lepori, uno che all’audience non concede un sopracciglio. Secondo i sacri testi di teoria e pratica della comunicazione, roba del genere non dovrebbe esistere.I responsabili di Cl per l’ennesima volta se ne lamentavano. Ah, voi giornalisti parlate solo dei politici e la gente a casa non capisce che cosa sia veramente il Meeting. La soluzione sarebbe non invitare più i politici, o invitarne pochissimi. Ma per Cl la fede cristiana abbraccia, avvolge, talvolta perfino travolge allo stesso modo ogni aspetto dell’umana avventura. Politica compresa. Quindi tutto resterà così com’è. Quanto all’Europa, Pisanu ha annunciato che il 29 e 30 ottobre i 15 ministri degli interni della Ue si riuniranno a Roma per firmare – è un auspicio, vedremo – una «Carta sul dialogo interreligioso», su iniziativa dell’Italia. Ci saranno anche tre rappresentanti cristiani, il rabbino capo tedesco e il presidente del Consiglio islamico di Parigi.

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