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«L’EUCARISTIA SIA AL CENTRO DELLA VITA PARROCCHIALE».

«L’Eucaristia come momento fondante della vita cristiana», questo il tema attorno al quale si sono concentrate le attività del Consiglio pastorale diocesano. «Questo tema – spiega il diacono Umberto Valiani – è stato scelto dal vescovo, raccogliendo la preoccupazione espressa da alcuni consiglieri riguardo alla celebrazione eucaristica domenicale. In particolare ci siamo chiesti se questa fosse realmente in grado di trasformare la parrocchia in “comunità educante”, tenendo conto anche del fenomeno della diminuzione nella partecipazione dei fedeli alla S.Messa nonchè di altri fedeli che avvertono sempre di meno il richiamo al senso di appartenenza alla comunità». In questo senso il Consiglio pastorale diocesano, nelle quattro riunioni annuali del consiglio e in quelle mensili del direttivo, ha rilevato che nei fatti «l’Eucaristia non è vissuta come esperienza fondante della fede», si legge nella relazione presentata a Cenina, durante l’annuale incontro di programmazione delle attività pastorali. Per capire le ragioni ed individuare le possibili soluzioni di questo trend, il Consiglio ha deciso di spostare l’attenzione sull’ultimo documento della Chiesa sull’Eucaristia, ovvero la «Sacramentum caritatis» di Benedetto XVI. «L’esperienza è stata senz’altro positiva – spiega il diacono Valiani – perchè ha segnato l’inizio di un nuovo metodo di lavoro che potrà essere riproposto in futuro e perchè ha permesso proficui incontri vicariali dai quali sono emerse osservazioni, riflessioni e proposte che riportate al consiglio hanno consentito un ulteriore approfondimento costituendo così la base di un documento, in corso di elaborazione, che raccoglierà le indicazioni emerse». Sono tante le riflessioni, i suggerimenti e le proposte di carattere operativo emerse tra i gruppi vicariali che hanno evidenziato ancora una volta la necessità di uscire da una «dimensione parrocchiale», soprattutto nel caso delle parrocchie di piccole dimensioni e iniziare a puntare sulle «aree pastorali». Tra le proposte fatte, ad esempio, quella di riscoprire la famiglia come Chiesa domestica e il rapporto fra quest’ultima e la comunità cristiana considerata «famiglia di famiglie»; una maggior cura e preparazione delle celebrazioni sia da parte del presbitero che dei laici che collaborano; una catechesi eucaristica specie nei momenti forti dell’anno liturgico da tenersi fuori dalla Messa, sottolineando il significato dei gesti e dei segni, servendosi anche della testimonianza dei santi; una maggiore efficacia «comunicativa» delle omelie; la possibilità di realizzare un convegno eucaristico diocesano.