Arezzo - Cortona - Sansepolcro

L’Eucaristia, «bussola» per la parrocchia.

L’ Eucaristia che non si traduce in vita. Le celebrazioni che non sono «porte» verso il mistero. Le catechesi che non valorizzano il pane spezzato. Anche la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro fa i conti con una sorta di «distrazione» nei confronti dell’Eucaristia. Lo ha toccato con mano il vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, nelle sue «tappe» fra le parrocchie della diocesi. E proprio il vescovo ha chiesto al Consiglio pastorale diocesano di mettere al centro delle sue riflessioni l’Eucaristia e la valorizzazione della domenica. Tema: «L’Eucaristia, esperienza fondante della comunità cristiana». Ne è scaturito un percorso che è partito dal «basso», ossia dalle parrocchie e dai vicariati, ed è approdato al Consiglio pastorale diocesano. A fare da spunto l’esortazione apostolica di Benedetto XVI Sacramentum caritatis del 2007. Un testo diventato il perno di confronti e analisi secondo un metodo nuovo: il tema è emerso all’interno del Consiglio pastorale diocesano, poi è entrato nelle parrocchie ed è «tornato» nel Consiglio pastorale diocesano attraverso le relazioni giunte dai vicariati. «Per la prima volta – spiega il vicario generale, monsignor Giovacchino Dallara – tutti i vicariati hanno contribuito ad approfondire un tema comune della diocesi e hanno reso i lavori del Consiglio pastorale diocesano più partecipati tenendo conto delle indicazioni della diocesi». Nelle zone pastorali il documento di Benedetto XVI è stato approfondito negli incontri dei vicariati cui hanno partecipato i rappresentanti dei Consigli pastorali parrocchiani e che hanno puntato l’attenzione su come «educare la gente a vivere l’Eucaristia domenicale come momento fondante della fede e della vita della comunità». Le relazioni sono confluite in un testo che è stato discusso nell’ultima seduta del Consiglio pastorale diocesano. Fra le indicazioni c’è quella di promuovere il ruolo di guida e di formazione dei sacerdoti che manifestino il volto gioioso della Chiesa. Altra priorità è quella di formare le comunità al senso dell’appartenenza e dell’accoglienza. Non solo. Va fatta maturare nelle parrocchie la consapevolezza che l’Eucaristia è anche in funzione della missione verso i «lontani». Un ruolo fondamentale è svolto dalla famiglia ed è opportuno migliorare il rapporto fra la famiglia e la comunità cristiana. Venendo alle Messe, si sottolinea come occorra una maggiore cura delle celebrazioni, sia da parte dei sacerdoti, sia da parte dei laici. Va riscoperta la necessità della partecipazione anche attraverso il corpo (con movimenti, sguardo e ascolto) ed è importante che il canto sia coerente ai testi liturgici. Non manca l’invito a ridurre l’eccessivo numero di Messe che frantumano la comunità e impoveriscono la celebrazione, insieme al suggerimento di curare la comunicazione evitando omelie moralistiche e prive di spunti di attualità. Poi si esorta a valorizzare la liturgia della Parola con brevi monizioni. Inoltre vanno sostenuti i ministri straordinari dell’Eucaristia che portano la comunione ai malati al termine della celebrazione domenicale ed è bene valorizzare i vari ministeri laicali (lettori, accoliti, corali). Dai vicariati giunge l’input di riscoprire il valore dell’adorazione eucaristica e della visita personale al Santissimo. Poi si propongono catechesi eucaristiche, soprattutto nei momenti forti dell’anno liturgico da tenersi fuori della S.Messa e magari servendosi della testimonianza dei santi. La vera sfida è quella di avere comunità cristiane che «dovrebbero attendere la domenica per tutta la settimana come i tifosi aspettano la partita di calcio» superando il «divario esistente fra vita vissuta e fede che spesso si esprime soltanto nella partecipazione al rito». Un aiuto alle comunità può arrivare dai movimenti e dalle associazioni che fanno un cammino comune di crescita. Entro giugno la diocesi presenterà un documento che conterrà le indicazioni pastorali per riportare al centro della vita parrocchiale l’Eucaristia e valorizzare il giorno del Signore. di Giacomo Gambassi