Vita Chiesa

L’Eucarestia, il dono più grande

di Marco DoldiUn testo espressamente dedicato a «far rinascere lo stupore eucaristico». Così Giovanni Paolo II definisce l’ultima enciclica Ecclesia de Eucharistia, pubblicata Giovedì santo (17 aprile), in luogo della lettera che simbolicamente il Santo Padre indirizza ai sacerdoti ogni anno. Nell’enciclica Giovanni Paolo II ripropone la fede perenne nell’Eucarestia, stabilendo un fecondo legame tra il «mirabile Sacramento» e la Chiesa. Il documento è stato firmato a cento anni dalla pubblicazione di un’altra enciclica dedicata a questo tema: la Mirae Caritatis (28/05/1902) di Leone XIII. Altri due Pontefici hanno scritto un’enciclica sull’Eucarestia: Pio XII la Mediator Dei (1947), Paolo VI la Mysterium Fidei (1965). Ecco i «punti nodali» del documento. Mistero della fedeLa Chiesa «vive dell’Eucaristia», recitano le prime parole dell’enciclica. Da dove nasce lo stupore di fronte al mistero dell’Eucarestia? Giovanni Paolo II, con semplicità, ricorda che la Chiesa ogni giorno gioisce del continuo avverarsi della parola di Cristo «Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

Nell’Eucarestia per la conversione del pane e del vino nel corpo e sangue del Signore «si realizza una presenza che possiede un’intensità unica». Nella celebrazione eucaristica la fede ci porta al Triduo pasquale, a ciò che si svolse la sera del Giovedì santo, durante l’ultima cena e ai momenti che seguirono. L’istituzione dell’Eucarestia anticipava nei segni gli eventi, che da lì a poco sarebbero accaduti: l’agonia, la passione e la morte sulla croce. «Il sacrificio eucaristico – scrive Giovanni Paolo II – rende presente non solo il mistero della passione e della morte, ma anche il mistero della risurrezione, in cui il sacrificio trova coronamento». In quanto vivente e risorto Cristo può farsi nell’Eucarestia il «pane della vita» e il «pane del cammino» per ogni uomo.

L’Eucarestia edifica la ChiesaL’Eucarestia, attualizzando oggi il Mistero pasquale, ricapitola in un certo senso tutta la storia della redenzione: ogni volta che viene celebrato sull’altare il sacrificio della croce si effettua l’opera della redenzione degli uomini, la Chiesa cresce come popolo della nuova alleanza e diventa per l’umanità segno e strumento della salvezza. Mediante l’Eucarestia la Chiesa è consolidata nella sua unità di corpo di Cristo e ogni fedele rinsalda la sua incorporazione a Cristo, stabilita nel battesimo mediante il dono dello Spirito. Inoltre la presenza di Cristo e del suo Spirito nella comunione eucaristica porta a compimento gli aneliti di unità fraterna, conducendo i credenti ad un’esperienza di comunione superiore a quella che scaturirebbe dalla semplice esperienza conviviale umana. L’apostolicità dell’EucarestiaEcco lo stupore che deve invadere la Chiesa raccolta nella celebrazione eucaristica. In modo speciale deve accompagnare il celebrante che compie la consacrazione,«mettendo la sua bocca e la sua voce – afferma il Papa – a disposizione di Colui che le pronunciò nel Cenacolo». Anche l’Eucarestia, come la Chiesa, possiede la nota dell’apostolicità: il sacramento è stato affidato da Cristo agli apostoli e ai loro successori; viene celebrato conformemente alla fede degli apostoli; soprattutto deve essere celebrata da chi, mediante l’Ordinazione sacerdotale, è inserito nella successione apostolica. I fedeli, in forza del sacerdozio comune, si uniscono all’offerta dell’unico sacrificio, portando all’altare gioie e fatiche che derivano dal loro impegno di trasformare le cose del mondo in offerta gradita al Padre. L’Eucarestia e la comunione ecclesialeDavvero, tutta la Chiesa volge il proprio sguardo al suo Signore, presente nel sacramento dell’ altare, scoprendo con stupore il suo immenso amore. Il dono dell’Eucarestia è tra tutti il più grande lasciato da Cristo alla Chiesa. Per questo deve essere trattato con la massima riverenza e il più grande rispetto. Giovanni Paolo II non teme di denunciare che in alcuni luoghi c’è stato un completo abbandono del culto eucaristico, altrove si è giunti a veri e propri abusi che hanno oscurato la retta fede e la dottrina cattolica sul Sacramento. Altrove, ancora si è dimenticato che la celebrazione dell’Eucaristia presuppone la piena comunione con Cristo e con la sua Chiesa. Il decoro della celebrazione eucaristicaL’enciclica sottolinea l’importanza del decoro eucaristico: se il momento del convito ispira familiarità con Cristo, la Chiesa non ha mai ceduto alla tentazione di banalizzare questa intimità e, pertanto, ha dispiegato in ogni forma – artistica, musicale, liturgica – la sua fede. Alla scuola di Maria donna «Eucaristica»Giovanni Paolo II, infine, invita tutti a mettersi alla scuola di Maria, la donna eucaristica che, accogliendo il Verbo nel suo grembo, ha anticipato in qualche modo la comunione sacramentale che vive ogni credente. Conclusione«Ecclesia de Eucharistia» è un documento che, nel riproporre la dottrina, comunica efficacemente i sentimenti più profondi del suo Autore: «Lasciate, miei carissimi fratelli e sorelle, che io renda con intimo trasporto, in compagnia e a conforto della vostra fede, la mia testimonianza di fede nella santissima Eucaristia».

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