Cultura & Società
Letterappenninica, un pomeriggio con Lisa de’ Lapi nella grotta di Macereti
«Una storia così suggestiva e popolare che potrebbe meritare la grande platea di una fiction tv». Così Federico Pagliai, scrittore e direttore artistico di Letterappenninica, rassegna culturale sulla montagna pistoiese fra venerdì 31 luglio e domenica 2 agosto, riferendosi a uno dei 32 incontri: quello («La fuga di una donna disperata in una grotta dell’Appennino, ai tempi dei Medici»: domenica 2 agosto ore 16:30 nella piazza di Spignana) sui misteri di una piccola grotta, detta Macereti, nei boschi fra San Marcello e la frazione ai piedi del sentiero che porta al Lago Scaffaiolo.
Uno fra i misteri legati all’antro di Macereti riguarda le vicende della Firenze sotto assedio (1530) divisa fra i partiti vicini alla famiglia dei Medici e quelli che al potere mediceo si contrapponevano, detti «Piagnoni» per via delle influenze di fra’ Savonarola. E’ questa la vicenda storica, con le ansie di libertà, che fa da sfondo a un romanzo di Massimo D’Azeglio uscito nel 1841, «Niccolò de’ Lapi», dove sono narrate anche le vicende di Lisa, sfortunata figlia di Niccolò, uno dei capi del partito dei «Piagnoni».
La giovane Lisa, che il padre aveva promesso sposa al coetaneo Lamberto, viene ingannata da tale Troilo Ardinghelli di cui si invaghisce anche perché lui, nascondendo il suo carattere libertino, promette di sposarla. In effetti un «matrimonio» accade ma è finto, con tanto di servo travestito da sacerdote. Lisa crede dunque di essere sposata con Troilo, ma questi presto si annoia e fugge lasciandola incinta. Furibondo, il padre Niccolò vuole cacciarla di casa, ma Troilo sceglie di tornare da Lisa: viene accolto e perdonato. In realtà era solo un trucco: fingendo di disertare il partito mediceo, Troilo ha così modo di spiare le mosse dei Piagnoni rivelandole agli assedianti. Finisce che Troilo fa catturare l’intera famiglia dei Lapi che viene dispersa e Niccolò decapitato dai Medici.
Da qui prosegue la storia della giovane Lisa: uscita di senno e ancora legata da un sentimento d’amore per colui che l’aveva tradita, Lisa fugge nei boschi sopra Montemurlo di Prato dove la famiglia si era rifugiata al termine dell’assedio. Il racconto di Massimo D’Azeglio, che per documentarsi aveva trascorso diversi mesi in Toscana visitando San Marcello e Gavinana (teatro della famosa battaglia di Francesco Ferrucci battuto da Maramaldo) per scendere poi a Montemurlo e Firenze, fa un salto di 50 anni arrivando proprio nella piccola grotta di Macereti: è qui infatti, secondo la leggenda, che alcuni cacciatori trovano una vecchia; pallida, sfinita, con lunghi capelli bianchi, un portamento ancora nobile, in condizione di eremitaggio. Considerata una sorta di santa, o di strega, la vecchia Lisa non fa altro che sospirare nel ricordo di Troilo. Da lì a poco viene trovata morta e viene sepolta, dalla pietà del popolo, nel camposanto di San Marcello. «Quale non dov’è essere l’amore di quell’infelice – commenta D’Azeglio – se dopo tanti dolori, tanti tradimenti, dopo aver tutto perduto, persin il senno, il solo amore di quel traditore le rimase intatto nel cuore e tanto potente che insin agli ultimi anni ed all’ultimo respiro, non potendo far altro, pregava e piangeva per lui!».
Questa non è l’unica fra le leggende sulla grotta di Macereti, oggi facilmente raggiungibile anche in auto perché ai bordi della strada provinciale che da San Marcello sale a Spignana. E la scrittrice Laura Lotti sta lavorando su un suo nuovo volume («Nella grotta di Macereti») con racconti e leggende di questa parte della montagna Pistoiese. L’appuntamento, inserito in «Letterappenninica» sarà condotto da Federico Pagliai.