Maestro, pisano e prete. Di primo acchito può sembrare riduttivo definire monsignor Silvano Burgalassi entro questi tre connotati. Ma se andiamo a scandagliare a fondo scopriamo che è proprio intorno ad essi che si è articolato il lungo percorso della sua esistenza. Non solo. Come riconosce il presidente della Provincia Andrea Pieroni, che di Burgalassi fu allievo ai tempi dell’Università, «in realtà le tre iniziali (MPP) possono costituire altresì una sorta di epigrafe- dedica di Pisa al suo sociologo della religione: Magistro Pio Posuit. Anche per questo i primi tre saggi contenuti nel volume Monsignor Burgalassi l’opera e il contributo, che raccoglie gli atti della giornata di studio nel primo anniversario della scomparsa, intendono riassumere proprio questi tre connotati».Maestro: monsignor Silvano Burgalassi maestro lo è stato davvero. Docente universitario ed accademico stimato è stato il fondatore in Italia della moderna sociologia della religione. «Sociologo cattolico in anni in cui – come ci spiegò il professor Massimo Ampola, suo collega alla facoltà di Scienze politiche del nostro ateneo, pochi giorni dopo la sua morte – si tendeva ad escludere che la sociologia potesse essere praticata da un religioso». E come giustamente rileva Pieroni «Burgalassi è stato un ricercatore acuto dei più importanti fenomeni sociali del dopoguerra: la secolarizzazione dei costumi; il declino delle forme di religiosità più tradizionali e l’affermarsi di una condizione anziana che evidenziava caratteristiche nuove ed inusuali». E, in questi campi, le sue ricerche e i suoi studi sono diventati ben presto strumenti di confronto e di elaborazione di nuove tesi, oltre che di progetti, sia per studiosi che per istituzioni civili (la sua indagine sulla condizione anziana è stata presa, da numerosi Comuni e Province, come modello di base per implementare politiche ed interventi mirati) o religiose (alle sue intuizioni si deve buona parte della programmazione pastorale della Chiesa italiana). Pisano: è vero che monsignor Burgalassi nacque nel 1921 a Bibbona, oggi provincia di Livorno ma, all’epoca nel territorio pisano. La sua famiglia ben presto si trasferì a Santa Luce, dove trascorse l’infanzia. Se a questo, poi, aggiungiamo che svolse tutti i suoi studi liceali a Pisa, nel seminario di Santa Caterina, appare evidente tutta quanta la sua «pisanità». Una «pisanità» genuina, disponibile al confronto, allo scambio, che cerca di guardare oltre i confini del proprio territorio per aprirsi al mondo. Ecco quindi che, dopo gli studi liceali, frequentò l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per poi fare ritorno con un bagaglio di cultura ed esperienze all’interno delle vecchie mura pisane. Alle quali è sempre stato legatissimo, come dimostrano gli studi sulla storia locale e le tradizioni popolari (ricordate nel box da Umberto Moschini) e quelli sulla disposizione dei quattro monumenti della piazza dei Miracoli da lui «ricondotti – sottolinea il presidente dell’Opera della Primaziale Pisana, Pierfrancesco Pacini – agli allineamenti astronomici e alle simbologie astrologiche».Prete: una personalità poliedrica, dunque, quella di monsignor Burgalassi. Ricercatore attento, studioso scrupoloso, docente esigente. «Ma la cosa più straordinaria – evidenzia l’arcivescovo monsignor Alessandro Plotti – è che non ha mai cessato di essere e di fare il prete. Prima nella parrocchia, sotto le Alpi Apuane, di Basati, poi in città a San Pierino in Vinculis e sempre, ogni domenica, nella sua parrocchia di Pastina. La sua scienza sociologica ha sempre avuto nel ministero sacerdotale e pastorale la sua spietata verifica e la sua più stretta attuazione concreta». Lo dimostra, se ce ne fosse bisogno, cosa scrisse nella premessa alla sua ricerca «Preti in crisi?»: «L’autore è prete anch’esso e soffre, insieme agli altri, delle stesse pene e delle stesse gioie; partecipa dunque in pieno di tale crisi…».