Opinioni & Commenti
L’eredità di La Pira
Si parte dalla persona umana considerata come il punto centrale dell’intera costruzione sociale, ciò che fa da trama a tutto il pensiero della Chiesa, “ciò che c’è di più perfetto in tutta la natura”. La persona sempre come fine e mai come mezzo. Un pensiero che mostrava tutta la sua forza dirompente specialmente nel tempo delle ideologie totalitarie e delle dittature, ma che mantiene ancora intatta la sua validità. Il rischio della manipolazione è sempre incombente. Dalla persona umana partono le direttive lungo le quali è possibile ricostruire il tessuto sociale secondo le indicazioni di Dio e della rivelazione. Siamo semplicemente sul piano delle conseguenze. E il passaggio dal principio alle singole applicazioni in tutte le circostanze della vita era talmente facile da diventare proverbiale nello stile di vita di La Pira. La persona umana: cioè tutto l’uomo e tutti gli uomini, cominciando dai più disgraziati e bisognosi. I principi di sussidiarietà, di solidarietà – cardini del pensiero sociale della Chiesa – ne sono il frutto consapevole. Per questo ripensare all’opera di La Pira significa sostanzialmente ripassare l’intero pensiero sociale cristiano. Una persona, un pensiero; una evidente semplificazione di lettura.
La vita era poi parte integrante dell’azione. Preghiera, contemplazione, amore di Dio, passione per l’uomo, impegno storico si fondevano insieme in un amalgama singolare e suggestivo difficilmente ripetibile. Chi ha conosciuto La Pira ha conosciuto il vero cristiano. Firenze, la sua città di elezione, e Pozzallo, la sua città di origine, non faranno mai a sufficienza per perpetuarne il ricordo e attualizzarne l’insegnamento. I santi, i grandi, gli uomini di Dio non possono passare invano.