«Vasari: Santo è bello». Sarà questo il titolo dell’allestimento museale, all’interno del piano terra del palazzo vescovile di Arezzo, che propone una momentanea esposizione di dipinti, a contenuto sacro, realizzati da Giorgio Vasari (1511-1574), di cui quest’anno ricorre il Cinquecentenario della nascita. La mostra sarà inaugurata in occasione della Settimana santa. Cinque le sale che saranno allestite, due delle quali interamente dedicate alla produzione pittorica dell’artista aretino, mentre le altre ospiteranno parte delle opere del museo diocesano, quale testimonianza di una tradizione e produzione artistica locale di estremo interesse, sia dal punto di vista storico che culturale e religioso. Tra le opere più significative si ricordano tre Crocifissi lignei del XII e XIII secolo, gli affreschi staccati con l’Annunciazione di Spinello Aretino e il San Girolamo nel deserto di Bartolomeo della Gatta, completo della sua sinopia e proveniente dal Duomo di Arezzo. Verrà presentata, unitamente e per la prima volta, la produzione vasariana di stendardi processionali, tipologia a cui l’artista dedicherà per le Confraternite della città particolare attenzione, sia agli inizi della sua carriera che negli ultimi anni; aggiornamenti e nuovi studi, relativamente alle opere esposte, saranno presentati da Serena Nocentini.Trascurata dalla critica, sarà esposta al pubblico una tavola raffigurante Il Cristo nell’orto eseguita dal Vasari nel 1571, proveniente dalla clausura del convento di Camaldoli; opera mai vista prima e sulla quale sono emerse, grazie a studi recenti di Alberta Piroci, notizie interessanti ed inedite.Di proprietà dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che ne ha concesso il prestito, sarà possibile rivedere ad Arezzo due pannelli raffiguranti San Donato e San Domenico, olii su tavola, in origine i laterali della pala con l’Annunciazione che si conserva al Louvre ed eseguiti per la chiesa di Santa Maria Novella di Arezzo oggi distrutta. Si ritiene che l’opera sia stata smembrata durante le soppressioni napoleoniche, poiché la tavola con l’Annuciazione risultava nel Museo francese già nel 1814. La temporanea esposizione, nata per volontà dell’Arcivescovo Riccardo Fontana, in occasione delle celebrazione vasariane, con la collaborazione dell’Architetto Papasogli Tacca e di chi scrive, vuole proporre al pubblico un primo approccio a quello che sarà il futuro «Mudas Museum», negli ambienti restaurati del Palazzo Vescovile di Arezzo.Un progetto di museo rinnovato, che si inserisce in un piano generale di valorizzazione del patrimonio storico-artistico-religioso diocesano e che si contraddistingue per qualità e quantità e che vuole costituire un «museo diffuso», la cui estensione esce dalle quattro mura per comprendere il più vasto contesto delle Cattedrali, delle Pievi e delle chiese di tutta la diocesi aretina.Il nuovo «Mudas Museum», che sarà realizzato con il contributo di Banca Etruria, troverà, nelle prestigiose sale del Palazzo Vescovile di Arezzo, ampi spazi dove sarà possibile creare una moderna struttura ricettiva ed espositiva per i portatori di handicap, spazi per la didattica, per laboratori di restauro, per mostre temporanee, per depositi, oltre a una caffetteria e Book Shop. Tale progetto ha inoltre l’obiettivo di creare un vero e proprio organismo legato al turismo religioso e culturale dove potranno trovare opportunità di lavoro numerosi giovani laureati in varie discipline.di Daniela Galoppi Direttrice Museo Diocesano di Arezzo