Cultura & Società
Leonardo, tra 18 mesi la verità sulla Battaglia di Anghiari
Ci vorranno 18 mesi per stabilire se l’affresco di Leonardo sulla Battaglia di Anghiarisia una leggenda o una realtà storica. Venerdì mattina si è insediato il comitato scientifico che – grazie anche a tecniche innovative che utilizzano laser e radar – dovrà verificare se sulla parete est del salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sotto un affresco del Vasari, si trovi l’opera di Leonardo. Il comitato è stato istituito su proposta dal ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, d’intesa con il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici. Il compito degli studiosi sarà quello di svelare il giallo di un’opera iniziata da Leonardo il 6 giugno del 1505, rimasta incompiuta e poi scomparsa, probabilmente in seguito al riassetto del salone, che fu commissionato a metà Cinquecento all’ architetto Giorgio Vasari. La battaglia di Anghiari avrebbe dovuto raffigurare lo scontro vittorioso, avvenuto il 29 giugno 1440, dei fiorentini contro i milanesi. Secondo le ultime ricerche, l’affresco – o le tracce che ne restano – potrebbe trovarsi, protetto da un’intercapedine, dietro al muro del Salone dei Cinquecento su cui il Vasari affrescò la Battaglia di Marciano in Val di Chiana.
Il comitato incaricato di ritrovare la ‘Battaglia di Anghiari’ è stato presieduto dall’assessore alla cultura del Comune di Firenze, Giovanni Gozzini, e dalla soprintendente al polo museale fiorentino, Cristina Acidini, e ha, tra i componenti, altri due soprintendenti (Bruno Santi e Paola Grifoni), i direttori del settore restauro dell’Opificio pietre dure, del giardino di Boboli e del museo di storia della Scienza, Cristina Danti, Alessandro e Paolo Galluzzi, l’ex soprintendente Antonio Paolucci. Ne fanno parte anche alcuni studiosi, tra cui l’ingegner Maurizio Seracini, l’ esperto che da 30 anni cerca il dipinto di Leonardo. A lui spetterà di mettere a punto con l’università della California di San Diego le metodologie che, senza intaccare il dipinto del Vasari, permettano di rilevare la presenza dell’opera leonardiana. Saranno usate tecniche non invasive come il laser scanner, la termografia, l’indagine radar applicata a tutta la parete est del salone di Palazzo Vecchio. “Ci aspetta un lungo lavoro di acquisizione dati e verifica – ha spiegato la soprintendente Acidini -. Concordiamo sul metodo proposto da Seracini e sull’ utilizzo delle tecnologie dell’università di San Diego”. “E’ iniziata l’ultima fase della ricerca – ha aggiunto Seracini -. La competenza dei membri del comitato ci permette di ipotizzare che in un anno e mezzo potremo finalmente dare una risposta sulla presenza o meno della Battaglia di Anghiari”.(ANSA).