Vita Chiesa

L’entusiasmo di chi è a Sydney

di Sara Martini

SYDNEY. Molti di voi hanno compiuto viaggi così lunghi che potremmo proprio dire che sono giunti “agli estremi confini della terra”! Se è così va benissimo; il Signore ha detto ai suoi primi apostoli che gli sarebbero stati testimoni a Gerusalemme fino agli estremi confini della terra. Questa profezia si è compiuta grazie alla testimonianza di numerosi missionari che hanno raggiunto questa grande terra del Sud, e si compie anche grazie alla vostra presenza qui». Sono alcune delle parole che il Cardinale di Sydney George Pell ha rivolto ai giovani giunti da tutto il mondo durante la Messa di apertura della Giornata Mondiale della Gioventù 2008. Eccoci a Sydney! Dopo mesi di preparazione è iniziata la Gmg 2008. Una scuola cattolica non molto lontano dal centro città costituisce l’alloggio dei pellegrini fiorentini; una splendida città è la casa delle decine di migliaia di giovani partiti da i più remoti angoli del globo. Abbiamo trovato Sidney pronta ad accogliere il nostro incontenibile entusiasmo, abbiamo trovato gente desiderosa di venirci incontro, luoghi addobbati a festa per il nostro arrivo! La città è ricca di bandiere alte e strette gialle, arancioni, rosse, che sembrano lingue di fuoco dello Spirito Santo che scendono senza sosta dal cielo per le strade di questa moderna City. Particolare anche imbattersi in grandi cartelloni pubblicitari che dicono ai cittadini di cogliere l’occasione della Gmg per crescere e migliorarsi come città, consigliando alcuni gesti significativi, come quello di lasciare a casa le proprie macchine.

«Spero che nei prossimi cinque giorni di festa e di preghiera la vostra anima possa elevarsi, come alla mia capita sempre, spinta dall’entusiasmo di questa Giornata Mondiale della Gioventù», ha detto ancora l’arcivescovo di Sydney dandoci il benvenuto insieme a 26 cardinali e 400 vescovi giunti da tutto il mondo in Australia, «Dovete essere felici, e grati a Dio, per aver potuto partecipare a questa Giornata mondiale della Gioventù nonostante i costi, le distanze e le altre difficoltà di ogni genere. Durante questa settimana avremo tutto il diritto di rallegrarci e di festeggiare il ringiovanimento della nostra fede. Siamo chiamati ad aprire i nostri cuori alla potenza dello Spirito. E ai giovanissimi raccomando di vivere questa Gmg con spensieratezza ed entusiasmo, senza però trascurare la preghiera e l’ascolto!».

Viviamo questi giorni invocando nei nostri cuori e nelle celebrazioni comunitarie lo Spirito Santo: desideriamo aprire i nostri cuori e renderli docili alla Sua azione, siamo qui per rispondere alla chiamata di Gesù Cristo, della Chiesa universale e del popolo australiano, a nome delle città e delle Chiese toscane.

E dopo i disagi iniziali si mobilitano i nostri emigrati

Per i pellegrini toscani venuti dalle Diocesi di Pisa, Arezzo, Volterra, Livorno, Massa Carrara- Pontremoli, l’arrivo a Melbourne è stato tutt’altro che confortevole: stipati alla meno peggio nella palestra di un college, non hanno ricevuto alcun accenno di accoglienza dalla comunità locale, clamorosamente ignara del loro arrivo per qualche disguido organizzativo interno alla Diocesi di Melbourne. Emblematica la sistemazione offerta a monsignor Eugenio Binini, vescovo della Diocesi di Massa Carrara Pontremoli e infiltrato volontariamente tra i giovani pellegrini, il quale si è visto piazzare nello sgabuzzino per i palloni.

Grazie ad un provvidenziale recapito recuperato da un prete del gruppo, un immigrato originario di Massa Carrara si è presentato il giorno dopo al corposo gruppo toscano allertando le 350 famiglie di «italiani» a Melbourne, con la collaborazione delle quali ha allestito barbecue, visite al Tuscany club e box nei quali poter fare lavare i pellegrini, arrangiatisi fino a quel momento con docce lontane dalla palestra d’alloggio. Alcuni giovani hanno letto nel contatto con l’ex «conterraneo» una sorta di ricompensa per non aver perso la speranza durante la prima giornata e mezza di disagio logistico. «È sembrata quasi la prova che dal niente si può avere tutto – afferma Matteo, giovane pellegrino – e credo che in qualche modo il Signore ci abbia messo un po’ alla prova per testare la nostra fede”. Dopo qualche difficoltà iniziale dunque il cammino dei pellegrini si è rivelato pienamente all’altezza delle aspettative e molto profondo anche sotto il profilo spirituale. «La Messa di Domenica con le famiglie di origine italiana, alla cui animazione abbiamo partecipato attivamente, è stata un momento di comunione molto toccante – sottolinea invece Elia – mentre dopo ci siamo riuniti insieme al Tuscany club dove abbiamo fatto un po’ di foto accanto ad un quadro che ritrae le Cave di Carrara». Il ponte tra la Toscana e l’Italia si accorcia, l’avventura continua in un crescendo di sorpresa e soddisfazione.

Mario Agostino