Toscana
Legge urbanistica regionale: un «rompicapo di regole fumose»
“La legge regionale 65/2014 alla prova”: questo il titolo dell’iniziativa che ha permesso, con l’aiuto di esperti, di analizzare nel dettaglio la nuova normativa – in vigore dallo scorso mese di novembre – che ha introdotto notevoli cambiamenti nella gestione del territorio e dell’edilizia in Toscana. Chi quotidianamente lavora applicando questa legge può infatti evidenziare i punti di forza e di debolezza e l’impatto burocratico della normativa.
“Dal convegno – spiega il geometra Massimo Bocci, uno dei moderatori – sono emerse criticità di grande rilievo, prima fra tutte l’aggravio della burocrazia e le incertezze interpretative diffuse sui vari titoli della normativa regionale. Sono emersi, inoltre, inquietanti dubbi sulla costituzionalità, in merito ad un considerevole numero di articoli. Credo che i colleghi presenti nel teatro si siano resi conto che la nuova legge regionale costituisca un ulteriore, quanto inutile, ostacolo ad una eventuale, auspicata, ripresa economica dell’edilizia. Dagli autorevoli interventi che si sono susseguiti si può affermare che la nuova legge – continua Bocci – non ha superato la prova a cui è stata sottoposta. In conclusione la nuova legge è l’ennesimo rompicapo di regole fumose articolate in 256 articoli oltre ad un considerevole numero di regolamenti da emanare nei prossimi anni, in grado scoraggiare qualsiasi tipo di investimento”.
“A pochi mesi dall’entrata in vigore – spiega Francesco Ventani, vice presidente dell’Ordine degli architetti di Siena – è difficile dire se la legge funzioni bene o no. In questo lasso di tempo abbiamo capito che alcune criticità ci sono sia nella parte dedicata all’urbanistica che in quella edilizia. Al convegno abbiamo provato a tirare le prime considerazioni, in particolare sulla parte relativa all’edilizia, sottolineando i problemi che i colleghi stanno riscontrando nel lavoro di tutti i giorni”.
“Dobbiamo dire – sottolinea Stefano Fabbri, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Siena – che questa legge, rispetto alle premesse, rappresenta un’occasione persa per affrontare in maniera sistematica le questioni che investono il mondo dell’edilizia, con tutte le modificazioni che l’intervento antropico porta al paesaggio. Ci troviamo di fronte ad una legge caratterizzata da un alto numero di articoli e che introduce iter e criteri di valutazione soggettivi che non consentono di prestabilire una efficace programmazione né al committente né al professionista. Ci si trova quindi nel paradosso per cui i dubbi che già oggi ci sono di fronte alle ipotesi di poter realizzare un determinato tipo di intervento a livello paesaggistico, territoriale o di singolo edificio non solo permangono ma aumentano, andando talvolta a bloccare eventuali investimenti da parte di imprenditori o di singoli cittadini”.
“La legge 65, come coinvolgimento di noi professionisti, ci ha visto abbastanza protagonisti – spiega Massimiliano Pettorali, presidente del Collegio dei geometri di Siena – nella fase di stesura. Siamo riusciti, poco prima dell’approvazione, a dare il nostro contributo alla legge attraverso la Rete regionale delle professioni. Oggi siamo quindi a fare chiarezza sulla normativa e non a combatterla particolarmente. I relatori del convegno hanno soprattutto un profilo giuridico e questo ci dimostra come i professionisti necessitino di norme più leggibili, per rendere più semplice il nostro lavoro di tecnici”.
“Questa legge – osserva Monica Coletta, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali di Siena – è a rischio di complicazione. Il territorio rurale è complesso, ma bisogna valorizzare la progettualità, non inutili appesantimenti burocratici. Ci sono molte cose che non funzionano in questa normativa che dovranno essere implementate o modificate, ad esempio, la Toscana vanta un bellissimo strumento che è il programma aziendale, i cui tempi di approvazione sono biblici (parliamo di uno o più anni), e per tutta risposta si “liberalizza” la realizzazione di manufatti temporanei per non parlare del ricorso eccessivo alla Conferenza di co-pianificazione. Io penso che si debba lasciare ai Comuni, con i supporti tecnici opportuni, una serie di scelte. Solo le questioni più complesse meritano una copianificazione regionale altrimenti – avverte Coletta – rischiamo di fare di fare troppo poco o male”.
“Le difficoltà che ci sono – evidenzia Moreno Giardini, neopresidente del Collegio dei periti industriali di Siena – nell’applicare la nuova legge regionale ormai sono note. In questo momento di crisi per il mercato immobiliare, un’apertura che nella legge manca è il recupero del patrimonio edilizio esistente. Su questo settore si potrebbe intervenire, puntando sul recupero e sula valorizzazione anche in un’ottica di risparmio energetico. Questa è una delle pecche fondamentali della legge 65, perché non interviene in modo specifico, frenando così queste nuove possibilità”.
Al convegno non erano presenti solamente i tecnici. “Il trend a livello nazionale – spiega Nicola Mini, presidente dell’Ordine degli avvocati di Siena – è di raggruppare i poteri allo stato. La specificità della Toscana è importante e va salvaguardata. Se riusciamo a livello nazionale a recuperare le bontà della Toscana facciamo un’opera veramente meritoria. Il contraltare degli effetti della legge cade inevitabilmente in mano a noi avvocati che dobbiamo difendere parti e professionisti. Quindi è importante per noi e per i professionisti del mondo dell’edilizia conoscere bene questa normativa che mi sembra molto ben fatta, salvo alcuni aspetti”.
Gli organizzatori del convegno redigeranno un documento finale in cui sintetizzeranno le varie posizioni emerse sulla materia. Il documento sarà poi messo a disposizione del prossimo Consiglio regionale e della politica in generale, considerando anche la campagna elettorale in atto.