E’ stata approvata martedì 16 luglio a larghissima maggioranza dalla Camera dei deputati la legge per il riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori parrocchiali e per la valorizzazione del loro ruolo. Il provvedimento, passato con 404 sì, 19 no e 14 astensioni, dovrà ora essere sottoposto all’esame del Senato.“Un chiaro e unanime riconoscimento da parte di tutte le forze politiche dell’importante ruolo educativo e sociale svolto dagli oltre seimila oratori per tutta la società civile”: così mons. Domenico Sigalini, già responsabile del Servizio nazionale Cei per la pastorale giovanile e attualmente vice assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana, commenta l’approvazione del disegno di legge.“Da sempre ponte fra la strada e la chiesa, e non solo campo di calcio o aula di catechismo, osserva mons. Sigalini l’oratorio scommette sul giovane considerandolo una risorsa, non un problema come spesso fa invece la società che, finalmente, ancorché in ritardo, riconosce alla comunità cristiana una forza propositiva di valori e la capacità di creare dei cittadini, oltre che dei cristiani”.Il primo problema da affrontare sarà ora per mons. Sigalini “quello di mantenere forte l’identità cristiana e alto il livello educativo dell’oratorio attraverso animatori motivati e qualificati” e ciò “richiede di investire nella formazione delle giovani generazioni l’oratorio, per sua natura educa’ proprio attraverso l’impegno di giovani verso i ragazzi più piccoli – mettendo in campo adeguate risorse per accompagnare i giovani stessi nel cammino di crescita”.Rapporti di collaborazione con le neonate facoltà di Scienze dell’educazione: anche a questo pensa il vice assistente di Ac, rendendo noto che “nella diocesi di Brescia è già stato avviato un contatto tra il locale Ufficio per gli oratori e la citata facoltà dell’Università Cattolica. Una sperimentazione che in tempi brevi si estenderà probabilmente anche alla diocesi di Milano” con l’obiettivo di dare vita a dei master “per consentire ai laureati una specializzazione in un ambito particolare e multiforme del mondo giovanile come quello dell’oratorio”.“Un segnale di fiducia e di incoraggiamento per i molti oratori sparsi sul territorio nazionale che dice che quando si parla di educazione e formazione delle nuove generazioni non vi sono steccati ideologici”. E’ l’opinione di don Massimiliano Sabbadini, direttore della Fondazione diocesana per gli oratori milanesi, che precisa: “La legge approvata costituisce in realtà uno stimolo alla vera e propria legislazione in materia di oratori e istituzioni che svolgono attività similari riconosciute dallo Stato. E’ un chiaro invito alle Regioni, perché ad esse è demandato il compito di dotare’ anche di risorse finanziarie questo riconoscimento, come già hanno fatto Lazio e Lombardia nel 2001, e su taluni punti rimanda alla L. 328 sul volontariato riconoscendo, molto opportunamente, anche gli oratori come soggetti di quel sistema integrato che la suddetta legge regolamenta”. Un patto educativo per “una vera sussidiarietà da realizzarsi sul territorio”.Sir