Opinioni & Commenti
Legge Gasparri, una firma difficile
Ma cos’è che nella Legge Gasparri fa problema? Ecco, questa è una legge “di sistema”, che riguarda principalmente il sistema radiotelevisivo ma, dando vita al S.I.C. “Sistema integrato delle comunicazioni”, riguarda poi tutto il mondo dell’informazione e della comunicazione. Certamente, il progettare la rivoluzione tecnologica del “digitale terrestre” fa pensare a moltissime possibilità di comunicazioni televisive, di reti di trasmissioni, con grande moltiplicazione di programmi e canali. Ma il problema è di sapere chi sarà padrone di queste reti e di questi canali. La legge non pare andare al di là di un rigido duopolio televisivo: Rai e Mediaset saranno più che mai sovrane; la tv pubblica sarà più di prima in mano alla politica, facendo prevedere più decise lottizzazioni; senza dimenticare che le risorse pubblicitarie, che già oggi privilegiano la via televisiva a scapito della carta stampata, saranno ancora più di prima orientate alla tv. In questo modo i grandi imperi massmediatici cresceranno: potranno aumentare di numero le reti televisive, ma non si moltiplicheranno le proprietà di queste reti; più reti, ma degli stessi padroni. È questo il pluralismo? Pare proprio di no.
Ora restiamo in attesa delle decisioni del presidente della Repubblica, con non piccola trepidazione: una sua firma della legge confermerebbe le difficoltà fin qui prospettate. Una sua mancata firma, con il conseguente rimando al Parlamento, potrebbe innescare una crisi di rapporti istituzionali di forte impatto sulla vita del Paese. La situazione non è facile.