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LEGGE 194: MPV, RINVIARE LA DISCUSSIONE SULLE NUOVE LINEE GUIDA

“Rinviare la discussione sulle nuove linee guida” per l’applicazione della Legge 194 presentate dal ministro della Salute Livia Turco alla Conferenza Stato-Regioni: è la richiesta che il Movimento per la vita italiano (Mpv) rivolge per voce del presidente Carlo Casini ai rappresentanti delle Regioni e del Ministero. In una nota, Casini esprime “grande delusione” per il documento del ministro Turco: “una delusione che esige la più vibrata delle proteste. Si capisce infatti che per il ministro migliorare la gestione della legge significa andare esattamente all’opposto di ogni presupposto per avviare un dialogo che risani la spaccatura che divide da trent’anni il Paese”. Ancora una volta, sottolinea il presidente Mpv, “si insiste nel dare della legge 194 una interpretazione attenta soltanto alle ragioni di un vetero-femminismo ormai certamente minoritario”. “Il Movimento per la vita aveva indicato tra i criteri della prossima scelta elettorale in primo luogo una rivisitazione della legge 194 in nome del diritto alla vita fin dal concepimento. Un’ipotesi di dialogo che evidentemente non interessa al ministro Turco ed agli esponenti del Pd che fanno di tutto per allontanare il consenso dei cattolici e di quanti credono nella centralità politica del diritto alla vita”. “Il documento proposto alle Regioni dimentica totalmente il tema della prevenzione postconcezionale – insiste Casini – , dando per scontato ed ineluttabile che ogni gravidanza non desiderata sfoci nell’aborto. Il ministro mostra di voler ignorare l’esperienza dei Centri di aiuto alla vita (un’espressione autorevole, comunque la si guardi, della società civile) che prova il contrario”. “Come se non bastasse – si legge ancora nella nota – il documento ignora deliberatamente le conclusione della commissione Affari sociali della Camera che, sul finire della passata legislatura, aveva lungamente lavorato sulla legge 194 e omette un adempimento che sarebbe stato indispensabile quale l’audizione delle parti sociali. E’ dimenticato anche l’orientamento della Corte Costituzionale espresso nella sentenza n. 35/97”. Ma quello che fa più male” conclude Casini “è che, in un’ottica tutta burocrazia ed ideologia, viene scientemente dimenticato il bambino e la vera libertà della madre spesso costretta all’aborto dalla pressione dell’ambiente e dei media”. Di qui l’invio ha inviato a tutti gli assessori regionali della Sanità di una dettagliata critica al testo ministeriale e la richiesta di sospensione chiede “di ogni decisione al riguardo per rendere possibile una decisione più pacata, partecipata, ragionata di quanto sia possibile in piena campagna elettorale”.Sir