Trasformare i consultori familiari in strumenti di solidarietà verso le maternità difficili o indesiderate univocamente finalizzata alla protezione della vita nascente; – orientare i colloqui previsti dall’articolo 5 della legge 194 in modo da determinare una responsabilizzazione verificabile degli operatori sanitari e delle donne in difficoltà; valorizzare le iniziative del volontariato a servizio della maternità e della vita; promuovere iniziative culturali ed educative affinché il diritto alla vita sia riconosciuto dalla società civile in tutta la sua estensione fin dal concepimento, quale prima espressione dell’uguale dignità umana; proteggere l’obiezione di coscienza prevista dalla legge 194. Queste le principali proposte avanzate durante il convegno Regioni: quali politiche per la vita, che si è svolto oggi a Roma, presso la sede della Regione Lazio, su iniziativa del Movimento per la vita, del Forum delle associazioni familiari e di Scienza & Vita. All’iniziativa hanno partecipato oltre trenta tra presidenti assessori e consiglieri regionali di 12 Regioni diverse.Dopo ampia discussione si legge in una nota – gli amministratori presenti hanno approvato un documento finale nel quale si afferma la volontà di costituire una rete di amministratori regionali in grado di elaborare una unitaria strategia, sui punti elencati sopra. L’impegno è di lavorare alla costruzione di una sensibilità nuova riguardo al valore della vita umana nascente e conseguentemente ad una interpretazione ed attuazione della legge 194 che attribuisca significato normativo decisivo all’articolo 1 laddove si proclama che la Repubblica tutela la vita umana fin dal suo inizio. A tale scopo i convenuti ritengono opportuno che l’inizio della vita umana sia reso esplicito con l’indicazione del concepimento’ ed auspicano che tale precisazione trovi il consenso delle Giunte e dei Consigli regionali fino ad approdare agli Statuti. Sull’utilizzo della Ru486 i partecipanti all’iniziativa hanno affermato che quanto meno, dovrebbe essere fatta rigorosa applicazione dell’articolo 8 della legge 194, in considerazione dei rischi sanitari che deve affrontare la donna e cioè con permanenza ospedaliera fino all’espulsione dell’embrione. L’assemblea ha, infine, auspicato che siano stabiliti collegamenti interregionali tra amministratori e che le realtà locali del Movimento per la vita, del Forum e di Scienza & Vita prendano contatto con le Giunte ed i Consigli regionali.Sir