Opinioni & Commenti
Legalità, molti significati ma nessuno dimenticabile
di Umberto Santarelli
Il tema della legalità è di quelli di cui bisognerebbe ragionare molto spesso: pacatamente, però, e cercando di resistere nei limiti dell’umanamente possibile alla tentazione (banale, ma proprio per questo insistente) di rifugiarsi nell’insignificanza della retorica.
Questa volta l’occasione è offerta dall’intervista («La mafia non ci fa paura») che ci ha concesso il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Giancarlo Bregantini, che della legalità come valore civile, da conquistare con lucidità e pazienza, può parlare in forza della sua esperienza di pastore della Chiesa in una terra dove da secoli la mancanza di legalità ha fatto e séguita a fare vittime e danni senza numero.
«Legalità» è una parola dai molti significati: tra loro non uguali, ma nessuno dimenticabile. La legalità è prima di tutto dovere fondamentale dello Stato: il quale, nel dettare le sue leggi, ha l’obbligo grave di rispettare scrupolosamente i canoni che la Costituzione ha stabilito e che il legislatore ordinario non può mai dimenticare né disattendere; così come i giudici son tenuti, nel giudicare, ad applicare solamente le leggi senza pretendere mai di sostituirvi loro personali (e per ciò stesso arbitrarî) canoni di valutazione; e gli organi del Potere esecutivo, dal Governo all’ultimo impiegato, devono esercitare le loro funzioni nel rispetto assoluto delle regole che le leggi hanno posto, senza mai sostituirle con le loro personali ubbie.