Toscana

LEGALITA’: IN TOSCANA FESTA E IMPEGNO, A PARTIRE DAI BAMBINI

Usare la favola di Cappuccetto rosso per spiegare ai bambini la società dei diritti e dei doveri, approfittare del termine ‘festa’ per indurre la riflessione: la Toscana approda alla sua Festa della Legalità, che quest’anno ha per slogan ‘dal rosso sangue al rosso pomodoro’ chiamando a raccolta i ragazzi siciliani, calabresi e toscani che coltivano i campi confiscati alla criminalità organizzata in una kermesse che parte dai bambini, dalle favole e dai diritti. L’ usura e il racket ma anche il bullismo, la necessità di nuove norme sulla confisca e i mille volti della mafia. Una kermesse che raccoglie le voci di chi l’ antimafia non la fa per professione, ma per sentire: i ragazzi, i bambini che quando il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli mostra loro la maglietta con il logo della kermesse prima fanno “oooohhhh” poi fanno partire un applauso lungo, fatto con piccole mani pulite. L’ impegno della Regione Toscana sui temi della legalità è un impegno vasto che tocca i mille aspetti del rapporto complesso tra diritti e doveri: è Gelli che ne parla partendo dalla recente approvazione della legge sugli appalti pubblici “per la trasparenza degli appalti e la certezza delle procedura e per una migliore capacità di intervento”. Sicurezza e legalità significa anche affrontare “il degrado urbano” tanto che la Regione sta pensando ad una norma che nasca dall’ esigenza di coniugare diritti, doveri e “un segnale chiaro per rafforzare l’impegno di integrazione”. La Regione è presente anche sul campo di battaglia contro l’ usura, con la Fondazione regionale e i 24 punti di ascolto; e sul bullismo, con un accordo specifico con la direzione scolastica. Un impegno istituzionale che ha per cornice l’ entusiasmo dei ragazzi calabresi, siciliani e toscani che lavorano nei campi confiscati alla mafia e che mostrano con orgoglio i prodotti che vengono commercializzati: un orgoglio che, come dice Gelli, ha le sue radici “nella scelta diversa, di legalità, che questi ragazzi hanno fatto rispetto ad alcuni loro conterranei”. (ANSA).