Vita Chiesa

LEFEBVRIANI: ORDINAZIONI ILLEGITTIME, INVITATO PURE WILLIAMSON

(ASCA) -  Le ordinazioni effettuate dalla lefebvriana Fraternità Sacerdotale San Pio X lo scorso fine settimana sono “da considerarsi tuttora illegittime”. Lo ha ribadito il portavoce vaticano p. Federico Lombardi, rispondendo alle domande dei giornalisti. “Non vi è che da ribadire – ha spiegato Lombardi – quanto già dichiarato in situazioni analoghe in passato, cioé rinviare a quanto affermato dal Santo Padre nella sua Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica del 10 marzo 2009: ‘Finché la Fraternità non ha una posizione canonica nella Chiesa, anche i suoi minstri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa (…) finché le questioni concernenti la dottrina non sono chiarite, la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa, e i suoi ministri (…) non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa”. All’ordinazione di tredici nuovi preti che si è tenuta lo scorso 29 giugno nel quartier generale tradizionialista di Econe, in Svizzera, ha partecipato tutti e quattro i vescovi lefebvriana, compreso anche mons. Richard Williamson, sotto processo in Germania per aver negato l’esistenza delle camere a gas. Il processo di appello contro il vescovo negazionista si è aperto ieri a Ratisbona, in Baviera. In primo grado, Williamson è stato condannato a pagare una multa di 10mila euro a norma della legge tedesca per cui è un reato negare lo sterminio degli ebrei durante il nazismo. Nel 2008, Williamson – di cui nel 2009 papa Benedetto XVI ha revocato la scomunica insieme agli altri tre presuli lefebvriani – aveva dichiarato in un intervista alla televisione svedese che le camere a gas non erano mai esistite. Il Vaticano spiegò poi di non essere a conoscenza delle dichiarazioni del vescovo quando aveva revocato la scomunica. L’avvocato di Williamson ha detto ieri in aula che il vescovo pensava che l’intervista, registrata in Germania, sarebbe stata trasmessa solo in Svezia, dove la negazione dell’Olocausto, diversamente dalla Germania, non è un reato.