Arezzo - Cortona - Sansepolcro

L’economia valtiberina «riparte» dalla persona.

La crisi che stiamo vivendo non è soltanto economica, ma anche di pensiero. Se così non fosse, dal momento che abbiamo vissuto altre crisi importanti in passato e conosciamo ormai abbastanza chiaramente i tempi e modi in cui i cicli economici si manifestano, sapremmo anche come affrontare quella attuale. Invece non è così. A riprova di questo, sono ormai sempre più autorevoli le voci di coloro che sostengono che niente sarà più come prima e che, anche senza voler essere particolarmente drastici, in un modo o in un altro i nostri stili di vita dovranno cambiare. Come? La crisi non è vissuta dappertutto allo stesso modo. C’è chi la sente particolarmente, dove le aziende chiudono e molte persone si ritrovano senza lavoro. C’è chi la vive in modo marginale, solo perché ne sente parlare, ma un lavoro ce l’ha e resta convinto che se si è disposti a darsi da fare e a rimboccarsi le maniche a piedi non si rimarrà mai. Nel mezzo si trovano tutti coloro che tirano a campare, che vivono alla giornata e che non si fanno troppe domande, a patto di riuscire in qualche modo ad arrivare a domani. Ma che cosa resta del lavoro oggi? Davvero soltanto un modo per guadagnarsi da vivere? Dipende da cosa intendiamo per economia e da quale ruolo vogliamo che l’economia abbia nelle nostre vite. Per capire qual è il nostro vero margine di azione e quanto lontano ci dobbiamo spingere per superare veramente la crisi e andare verso un nuovo modo di fare economia bisogna tornare indietro nel tempo, al momento in cui l’economia come la conosciamo oggi ha cominciato a muovere i suoi primi passi. Nel libro La ricchezza delle nazioni, l’economista Adam Smith scriveva che se il singolo individuo massimizza il proprio interesse, attraverso un meccanismo che diventerà noto con il nome di «mano invisibile», questo automaticamente si traduce nella massimizzazione del benessere per l’intera società. Sulla base di questo ragionamento, indipendentemente da ciò che guida e da come si muove la mano invisibile, nel momento in cui ognuno di noi si è occupato della massimizzazione del proprio benessere e della propria ricchezza, è sollevato da ogni responsabilità verso se stesso e verso gli altri, dal momento che qualcun altro o qualcos’altro penserà al momento opportuno ad armonizzare tutto. Peccato che il ragionamento non sia completo. Infatti, prima della Ricchezza delle nazioni lo stesso Smith aveva scritto un altro libro, ancora prima di diventare economista, dal titolo Teoria dei sentimenti morali. In questo libro Smith descrive i presupposti sulla base dei quali il meccanismo della mano invisibile funziona. Per fare in modo che l’interesse del singolo individuo si traduca nel benessere dell’intera società è almeno necessario che i componenti di quella società condividano un insieme di principi e valori comuni. Altrimenti dentro quella società non sarà possibile realizzare nemmeno un semplice scambio: infatti, è proprio sopra quei principi e quei valori che si costruiscono le regole che permettono alla persone coinvolte in uno scambio di fidarsi l’una dell’altra. Senza pretendere che principi e valori si possano stabilire a priori, ciò nondimeno è importante che ci siano e se ne discuta, per fare in modo che il relativismo culturale di cui siamo prigionieri nella nostra epoca non spazzi via quella ricchezza, non soltanto economica, che fino a oggi abbiamo faticosamente costruito. Inserendosi nel dibattito suscitato dall’ultima enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate, l’evento del 20 novembre nel palazzo vescovile di Sansepolcro (con inizio alle 15.30 e conclusione col concerto serale) organizzato dal Centro culturale «Dia- logos» tenterà di mostrare come l’operosità della nostra terra possa rivelare pienamente i suoi frutti se e nella misura in cui si riuscirà a inserire di nuovo la persona e non più l’individuo al centro del dibattito economico, perché la persona, e non l’individuo, è all’altezza di ridiscutere quei presupposti che devono tornare a essere il punto di partenza dello sviluppo di ogni società. A questo «dia-logos» parteciperanno accademici, rappresentanti del mondo industriale, delle istituzioni, anche religiose e della società civile, per mostrare come sia fondamentale il ruolo di ognuno per tornare a crescere insieme e pensare davvero al benessere di tutta la comunità. Di PAOLO PALAMITI consigliere parlamentare europeo

Sabato 20 novembre, a partire dalle 15.30, nel palazzo vescovile di Sansepolcro, si terrà l’incontro dal titolo «Oltre la crisi: risorse e strategie per uno sviluppo integrale del sistema locale». L’evento sarà aperto dal saluto dell’arcivescovo Riccardo Fontana cui seguiranno l’introduzione di Donatella Pagliacci dell’Università di Macerata e l’intervento di Vera Negri Zamagni dell’Università di Bologna. Alle 17 prenderà il via la tavola rotonda con gli imprenditori Albano Bragagni, Renzo Conti, Mauro Cornioli, Laura Del Tongo e Valentino Mercati. Coordinerà il dibattito la giornalista del Tg2 Maria Concetta Mattei. La conclusione è affidata a Giovanni Tricca, presidente della Camera di commercio di Arezzo. Alle 21 è in programma il concerto del «Trio Chimera» composto da Francesco Fidel al violino, Lorenzo Armandi al violoncello e Rossano Tacconi al pianoforte con la soprano Stella Peruzzi e il baritono Andrea Sari. L’iniziativa è promossa dal Centro culturale «Dia-logos» che è stato recentemente costituito da professionisti, imprenditori ed educatori della Valtiberina, desiderosi di offrire un contributo culturale di matrice personalista quale risorsa per la comunità locale attraverso attività sul territorio. L’appuntamento ha il patrocinio della diocesi, della Camera di commercio e della Banca di Anghiari e Stia ed è realizzato in collaborazione con l’Azione cattolica, l’associazione «Cultura della pace» e l’Associazione italiana maestri cattolici.