Toscana

Le unioni di fatto dividono

di Simone PitossiLa famiglia, le coppie di fatto, le unioni gay: questi argomenti sono di nuovo balzati alla ribalta, improvvisamente. E, come al solito, hanno diviso gli schieramenti politici. Creando fratture profonde. La causa scatenante? Una delibera della Giunta e una proposta di legge al Parlamento presentata da un consigliere regionale, entrambe bloccate in Consiglio. Tutto ciò mentre, sullo sfondo, torna ad agitarsi lo spettro del dibattito sui principi dello Statuto regionale che, proprio sulla famiglia, ha uno snodo fondamentale.

Iniziamo dalla delibera della Giunta regionale. E ricostruiamo il percorso fin dall’origine. La Finanziaria del Governo italiano per l’anno 2003 stabiliva che parte del fondo per le politiche sociali da ripartire alle regioni fosse da destinare alle «famiglie di nuova costituzione, di cui all’art. 29 della Costituzione, per l’acquisto della prima casa di abitazione e per il sostegno alla natalità». Angelo Passaleva, vicepresidente e assessore regionale alle politiche sociali, propone due distinte delibere: una prevede agevolazioni per l’acquisto della prima casa da parte di famiglie di nuova costituzione; l’altra per azioni di sostegno alla natalità. Soprattutto nella prima, si cerca un compromesso con le forze laiche e di sinistra della coalizione di maggioranza. Infatti, la delibera forza un po’ la mano al decreto governativo che parla di famiglia secondo l’art. 29 della Costituzione, ovvero fondata sul matrimonio. E concede le agevolazioni per la prima casa – oltre che alle coppie sposate – anche alle giovani coppie di fatto. Ma, in questo caso, si pone un paletto: la presenza di un figlio nato o che nascerà. La delibera per il sostegno alla natalità non crea problemi: prevede un contributo di 1.500 euro all’anno sia durante la gravidanza sia dopo la nascita del bambino (fino a 3 anni) in caso di situazioni di difficoltà e disagio. Così, entrambe le proposte di delibere vengono approvate all’unanimità dalla Giunta regionale. Fin qui tutto tranquillo.

I problemi, però, sono dietro l’angolo. I provvedimenti passano in Consiglio regionale e vanno all’esame della Commissione consiliare affari istituzionali e bilancio giovedì 30 ottobre. Qui il dibattito viene sospeso per approfondimenti e rimandato alla seduta successiva, probabilmente il 13 novembre.

Che cosa è successo? Il provvedimento si è scontrato con le prime difficoltà che non arrivano dall’opposizione ma dall’interno della stessa maggioranza. I Ds parlano per bocca del loro vicecapogruppo Marisa Nicchi. «Può piacere o no – attacca – ma la realtà oggi, in modo particolare in una regione come la Toscana vede accanto alla forma famiglia classica, tipologie diverse: unioni di fatto, coppie omosessuali e amicali, nuclei monoparentali. Ogni azione di governo – sottolinea la vicecapogruppo – sarebbe inefficace se ignorassimo questa pluralità di situazioni». Pieraldo Ciucchi, capogruppo Sdi, rincara la dose e – riguardo al «paletto» della presenza del figlio per accedere al mutuo agevolato – parla di «grave segnale» e di «passo indietro nel riconoscimento dei diritti». E pensare che, su questa delibera, era arrivata dall’opposizione un’apertura. «Nel bando apprezzo – afferma Marco Carraresi, capogruppo Udc – il fatto che consenta l’accesso al beneficio e dia maggiore punteggio non solo la presenza dei figli, ma anche la gravidanza in atto. Questa è una presa d’atto culturale di estremo rilievo: finalmente si riconosce che anche il bambino non ancora nato è origine ed oggetto di precisi diritti».

Il vicepresidente Angelo Passaleva difende il provvedimento e ne evidenzia le parti innovative. «Metter su famiglia oggi è sempre più difficile – sottolinea –, le istituzioni hanno dunque il dovere di tentare almeno di parte di rimuovere gli ostacoli che lo impediscono. Per questo vogliamo dare una mano anche ai cosiddetti co.co.co che non godono di garanzie presso le banche». Ma sulle obiezioni rivolte è fermo: «La delibera è in Consiglio e potrà subire variazioni. Ma, di fondo, c’è una questione di giutizia sociale. Altrimenti, chi è sposato ha solo gli oneri della sua condizione mentre chi non lo è solo le agevolazioni».

La questione della delibera di Giunta si è incrociata con la proposta di legge al Parlamento n. 7 presentata in Consiglio. Nel provvedimento Ciucchi (Sdi) propone l’equiparazione in tutto e per tutto della famiglia fondata sul matrimonio alle unioni di fatto, comprese le coppie gay. Il dibattito – avviato in aula mercoledì scorso – è stato rinviato alla prossima seduta (18 e 19 novembre). Ma non in modo indolore, soprattutto per la maggioranza. Infatti a inizio seduta il capogruppo della Margherita Alberto Monaci – il gruppo di Passaleva – ha chiesto un rinvio della discussione «almeno fino a quando la questione non sia stata affrontata anche in Commissione Statuto, visto che si tratta di un tema presente anche nel dibattito per la nuova carta della regione».

Parrini della Margherita ha inoltre sottolineato che «non ha senso e risulterebbe condizionante la formulazione statutaria discutere di questa proposta di legge». L’aula ha però espresso voto negativo (astenuti Forza Italia e Udc). La Margherita ha così deciso di abbandonare i lavori. A quel punto il capogruppo di An Maurizio Bianconi ha chiesto un rinvio alla prossima seduta che l’aula ha approvato. Così, anche questo capitolo del duello sulle unioni di fatto si è concluso. Ma si tratto solo di un rinvio. E alla storia manca un finale.

Delibera sull’acquisto della prima casaLa delibera della Giunta per l’acquisto della prima casa prevede che abbiano diritto all’agevolazione (tramite bando regionale):• giovani coppie che siano sposate da 12 mesi o che intendono sposarsi nel periodo intercorrente tra la data del bando e i 12 mesi successivi• giovani coppie che abbiano residenza comune da almeno un anno con uno o più figli a carico o che siano in attesa di un figlio per stato di gravidanza debitamente certificato.La tipologia di aiuto è duplice:• 15.000 Euro a fondo perduto• garanzia integrativa della garanzia ipotecaria chiesta dalla banca. La proposta sulle unioni di fattoIl consigliere regionale Pieraldo Ciucchi (Sdi) ha presentato una proposta di legge al Parlamento – come previsto dalla Costituzione – sulla «Disciplina delle unioni di fatto» che equipara in tutto e per tutto la famiglia fondata sul matrimonio alle unioni di fatto che vengono così definite: «due persone maggiorenni, non unite in matrimonio tra loro o con altre persone».

Quando le convivenze non sono tutte uguali (DI ALBERTO MIGONE)

Documento della Commissione Cet per lo Statuto