Toscana
Le Province toscane ridotte a 4: Firenze con Prato e Pistoia, Arezzo da sola
Il numero delle province delle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da 86 a 51 (comprese le città metropolitane). E in Toscana saranno solo 4: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno. Tutto ciò è il frutto del decreto legge di riordino degli enti di area vasta approvato oggi dal Consiglio dei Ministri. Lo ha annunciato il ministro per la Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri. «Le nuove province – ha spiegato – saranno nuove per dimensioni, funzioni e governance».
Quello avviato dal Governo, secondo il ministro, «è un processo irreversibile». «Da gennaio e coerentemente con la governance, verranno meno le giunte provinciali e nella fase di transizione sarà possibile per il presidente delegare non più di tre consiglieri. Questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014» ha aggiunto Patroni Griffi. Nel definire la nuova geografia delle province italiane «il Governo ha tenuto conto delle istanze del territorio. Molte proposte sono arrivate dai Consigli per le autonomie locali, altre non le abbiamo tenute in considerazione perché non erano in linea con quanto indicato dal provvedimento sulla spending review». Sul rischio di contenziosi con le Regioni e le Province, Patroni Griffi ha invece spiegato che «alcuni già ci sono stati, noi andiamo avanti con il nostro timing perché crediamo nella legittimità degli atti. Ovviamente come ogni atto in questo paese, anche questi sono soggetti ad un sindacato giudiziario».
Per assicurare l’effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta. Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta altresì ferma l’abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo. Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Rimangono fuori le regioni a statuto speciale, per le quali il governo ha ancora 6 mesi di tempo. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma.
Ecco di seguito la nuova mappa delle Province in Italia:
PIEMONTE: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli
LIGURIA: Imperia-Savona, Genova, La Spezia
LOMBARDIA: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia
VENETO: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia
EMILIA ROMAGNA: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini
TOSCANA: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno
MARCHE: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno
UMBRIA: Perugia-Terni.
LAZIO: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone
ABRUZZO: L’Aquila-Teramo, Pescara-Chieti
MOLISE: Campobasso-Isernia
CAMPANIA: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno
PUGLIA: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce
BASILICATA: Potenza-Matera
CALABRIA: Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria