Firenze
Le politiche del Governo sui migranti: cosa dicono i cattolici? Una Lettera aperta alla «comunità della Chiesa fiorentina»
Lettera aperta
– alle Comunità della Chiesa fiorentina
– a coloro che hanno il Vangelo come punto di riferimento
– a tutti coloro che hanno a cuore il dramma che stiamo vivendo
Mentre il governo italiano proibiva l’attracco a una nave con sopra centinaia di profughi tra cui donne incinte e bambini, di fronte al silenzio dell’opinione pubblica italiana, Massimo Cacciari lanciava una domanda provocatoria: “Cattolici, dove siete in politica?”
Sia chiaro, non stiamo rimpiangendo il tempo in cui la Chiesa in Italia era presente con patti di vertice e scambi di favori con lo Stato, stiamo parlando dell’irrilevante reazione della Chiesa italiana presa nel suo complesso, di fronte a questi fatti. Eppure il momento è drammatico!
Non diciamo queste cose dall’alto di una cattedra, questa è anzitutto un’autocritica: anche noi e le nostre Comunità ci sentiamo responsabili dell’indifferenza dilagante. Non intendiamo nemmeno esaltare l’operato dei governi precedenti che ha fatto diminuire l’afflusso dei profughi in Italia, ma con metodi inaccettabili.
Qualcuno potrebbe pensare che la proibizione di fare attraccare le navi con i profughi alle coste italiane, sia servita almeno a muovere le acque e a provocare un vertice delle nazioni europee, da cui è emersa ancora una volta la sordità della maggioranza di queste. Nessuno nega che un esodo dalla miseria e dalla guerra come quello che stiamo vivendo, sia un problema epocale e di difficile soluzione, e che l’incontro con la ‘diversità’ concentra in sé una serie di paure da non sottovalutare, ma di fronte ai problemi da risolvere, c’è un limite di decenza umana prima ancora che politica, e oggi questo limite è stato superato.
Anzitutto,
+ perché è inaccettabile il ricatto fatto sulla pelle di ‘gente disperata’ per giungere a un tavolo di trattative;
+ poi, perché manca un progetto complessivo in cui inserire ogni scelta particolare, per cui queste decisioni appaiono puri spot elettorali;
+ ancor più preoccupante è la cultura che ha generato queste ultime decisioni: il linguaggio usato dal principale ispiratore di questa politica, da una parte rivela il totale disprezzo della tragedia che stiamo vivendo, dall’altra il cinismo con cui l’ha interpretata. Ha detto: “E’ finita la pacchia per i clandestini!” E ha definito ‘crociera’ il viaggio dei migranti su Aquarius. Battute non degne nemmeno di un commento.
Oltretutto sono decisioni che cozzano contro il diritto italiano e internazionale: contro la Costituzione italiana (articoli 2 e 10) e contro la Convenzione di Ginevra (articoli 1, 31, 33); contro il Codice della Navigazione (articoli 1113 e 1158) e altre Convenzioni firmate anche dall’Italia.
Quali altre decisioni dovremo aspettarci da una lettura simile della realtà? Si è già accennato alla possibile schedatura dei Rom e a una legge che faciliti il possesso e l’uso di armi per i cittadini privati.
I giornali italiani hanno riportato alcuni sondaggi (non sappiamo quanto affidabili!) secondo i quali il 60 -70% degli italiani condivide le ultime decisioni di questo governo. Questo, secondo noi, è preoccupante!
I cristiani a questo riguardo hanno le parole di Gesù: un faro ‘consolante e minaccioso’ che illumina il significato dell’accoglienza nel mondo nuovo inaugurato da Lui. “Venite, benedetti del Padre mio! perché ero straniero e mi avete accolto…” e poi, “Via lontano da me! perché ero straniero e non mi avete accolto…”
Anche negli Stati Uniti è successo qualcosa di simile: il governo Trump, per bloccare l’ingresso di profughi messicani nel proprio paese, ha separato 2000 bambini dalle loro famiglie, rinchiudendoli in gabbia. Ma quelle immagini di bimbi chiusi in gabbia, che anche noi abbiamo visto, ha indignato l’opinione pubblica americana, costringendo Trump a restituire i figli alle loro mamme. Una reazione c’è stata!
Infine teniamo presente che la situazione attuale in Africa e in altre zone del mondo non è un’emergenza passeggera, è anche la conseguenza del sistema economico-finanziario dominante di cui l’Occidente è responsabile, e in queste zone anche l’Italia continua a vendere armi, meravigliandosi poi se queste popolazioni fuggono da quelle guerre e da quella povertà. Quello che succede oggi è la vendetta della storia che ci sta presentando il conto di cambiali che noi abbiamo firmato.
Abbiamo scritto questa lettera perché crediamo che le Parrocchie e le Comunità non siano luoghi che offrono servizi: battesimi, matrimoni, funerali etc., una sorta di ‘agenzie dello spirito’, ma spazi in cui i discepoli di Gesù cercano di diventare popolo che insieme spera, lotta, testimonia che il Regno di Dio, un Regno di amore, di giustizia e di pace, è già qui fra noi e germoglia nella vita di ogni persona di buona volontà.
Non si tratta di essere, come cristiani, tutti d’accordo su una proposta complessiva per risolvere questo dramma; nessuno ha soluzioni chiare e sicure. Ma di fronte allo scempio a cui assistiamo in questi giorni, intendiamo dire con forza: “Così no!”
Poi ognuno si impegni, nei suoi spazi politici di riferimento, a lavorare per le soluzioni che ritiene più giuste.
Luglio 2018
seguono 202 firme seguono 79 firme
della Comunità parrocchiale della Comunità delle Piagge – Firenze
di S. Stefano a Paterno
Bagno a Ripoli (Firenze)